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Quattro commedie in cerca di legalità

  • 11 dicembre 2006

Mafia e “Legalità in Scena” (casa ed. Hombre - euro 3.00) come titola l’ultimo progetto teatrale di Angela Fogazza - insegnante e animatrice teatrale, autrice del libro Teatro in classe - una raccolta di quattro testi teatrali che già nel titolo dispiega gli orientamenti, cercando di non scivolare nella scontata retorica fatta di melensa rivendicazione e discorsi lamentevoli. Nella premessa si dispiegano voleri di questo progetto e ogni commedia è presentata brevemente. È la forza vitale dei bambini, il sentimento di cooperazione e la capacità di indignarsi e reagire che vengono soventemente richiamati alla penna. Il dramma diviene anche comicità ed ironia contaminata dall’utilizzo del siciliano, dell’inglese e soprattutto da spazi musicali capaci di sperimentare le versatilità della parola.

Ad affacciarsi tra le prime pagine del libretto, il musical “Una Giornata con Don Totò”, pensato per le stragi del 1992. «Lo scopo di questo lavoro», come scrive la stessa Fogazza, «è ridicolizzare la mafia, smitizzarne l’invincibilità pur rispettando e condividendo i sentimenti di dolore, di rabbia e di indignazione che i crimini mafiosi hanno acceso in tutti noi, consideriamo l’arma dell’ironia un efficace strumento di lotta.» Ambientazione futuristica per il secondo soggetto “A trip in the past”. Dalla Gran Bretagna del 2450 un gruppo di turisti parte alla volta di Palermo, a bordo di una macchina del tempo. Si racconta di una città capace di rapire per le sue bellezze monumentali ma anche per aver rovesciato le sorti della sua oppressione (richiamata dalla scena dei bambini che inseguono un mafioso a cui tirano dei pomodori). In “Storie di piccoli eroi” terzo testo della raccolta, mosso dal libro “La strage degli eroi” di Lo Bianco e Viviano, si parla delle vittime di mafia, più indifese e forse poco ricordate: i bambini.
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Dramma dai toni forti che, inscenato per la prima volta nel maggio del 2005 nella Piazza della Memoria a Palermo, affida la voce ai bambini uccisi da quella mafia priva anche dei suoi codici d’onore; nomi di cronaca (tra cui i giovanissimi Giuseppe Di Matteo e Rita Atria collaboratrice di giustizia di Borsellino) con comuni denominatori quali l’età ingiusta e una sicilianità colpevole, che parlano ad un pubblico a loro coetaneo, nella speranza che l’esempio di realtà a loro più familiari possa ispirargli il senso di sdegno e la voglia di cambiamento. Le rotte di questo messaggio educatore di legalità, insistono tra le pagine con toni semplici e sfrondati, adatti, pertanto, agli ambienti scolastici e alle coscienze giovani ed inconsapevoli. Una voglia di raccontare e far conoscere invasiva e coraggiosa quelle della Fogazza, che si accoda ai diversi intenti teatrali duemilasei, delle scene palermitane, accostatisi al tema di Cosa Nostra e ai suoi domicili, come il “Cannizzaro” di Dacia Maraini. Una volta durante una manifestazione un uomo prendendo voce tra la folla disse: «Possibile mai che un popolo di cinque milioni di persone sia tutto mafioso?»

Possibile mai?!...ma le realtà che si costruiscono nella nostra terra: associazioni contro il pizzo e la sopraffazione, parole contro il silenzio, teatri di denuncia e progettazione, costruiscono una scena ancora più grande in cui ognuno diventa attore con il proprio registro di cambiamento e rivendicazione. Attori dell’altra metà dell’isola, quella più estesa in quel numero di sette cifre, quelli che vogliono ripulire la propria corteccia, reclamare le proprie radici e che non vogliono più essere vittime ma quotidiani eroi. Ed è questo che si può rintracciare nella commedia di chiusura, la quarta del libro: “Chi sono gli eroi?”. Toni surreali tra le battute di un gruppo di bambini che attraverso un viaggio fantastico, aprono una panoramica sulla discendenza siciliana, sui suoi eroi e sui fatti storici rilevanti come la peste, i Vespri, lo sbarco dei Mille e la figura di Rosa Donato, i fasci siciliani e le uccisioni di Portella della Ginestra (ricordato il sindacalista Rizzotto). Eventi storici e culturali macchiati di genesi fenice, arabe-normanne...che hanno soffiato nella sua prole ricchezze d’arte, musica, parole e di lotta; una memoria storica da riesumare per far rivivere la Sicilia “ziz” (dall’arabo la splendida).

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