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Un itinerario tra i tesori dell'Ateneo

  • 23 ottobre 2006

Quattro weekend per percorrere “Le vie dei Tesori”. Questo è il nome dell’iniziativa promossa dall’Università di Palermo in occasione del bicentenario della sua fondazione. Il progetto prevede l’apertura al pubblico di dodici siti, ognuno dei quali appartenenti all’Ateneo. Ogni luogo sarà accessibile per tutti i sabati e le domeniche di ottobre dalle 9 alle 14 e dalle 15 alle 18. Visto il grande successo della manifestazione, che ha registrato già nel primo week end più di 3500 presenze, vi è la possibilità che essa venga prolungata fino al primo weekend di novembre.

L’ingresso è gratuito e per ogni gruppo di visitatori, a disposizione vi saranno le guide esperte dell’associazione Amici dei Musei Siciliani, che ogni mezz’ora circa daranno inizio a visite guidate della durata di quindici-trenta minuti. E’ stato inoltre predisposto un servizio di bus-navetta anch’esso gratuito, che partirà ogni trenta minuti dal capolinea di piazza Marina per poi raggiungere i dodici siti. L’itinerario si articola aprendo le porte di luoghi di fondamentale importanza storica ed artistica, molti dei quali chiusi per anni e pertanto rimasti sconosciuti a gran parte della cittadinanza, altri addirittura mai resi fruibili perchè oggetto di restauro o perché di recente scoperta.

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Come il caso della Cripta delle repentite di via Divisi, che ritornò alla luce nel 2005 dopo lavori di ristrutturazione effettuati all’interno del convento cinquecentesco di S. Maria la Grazia, conosciuto anche come il Convento delle ree pentite. Uno splendido altare del Seicento stava nascosto sotto un’immensa quantità di materiale di risulta. Ancora di straordinaria importanza le Carceri dei penitenziati all’interno del complesso di Palazzo Chiaramonte, lo Steri. Un vero e proprio cantiere di restauro che solo in vista di tale iniziativa permette l’accesso all’interno delle celle del carcere del Tribunale dell’Inquisizione fatto costruire dagli Spagnoli nel 1605.

All’interno, sulle pareti delle celle, è possibile osservare le pitture e i graffiti lasciati dai detenuti come testimonianza della loro prigionia. Figure di santi, orazioni, invocazioni sono venuti fuori da un pesante strato di intonaco che fino ai primi del Novecento li aveva custoditi. Gli interventi di restauro, iniziati nel 2004 e sostenuti dall’Università di Palermo, avranno termine nel 2007 con la totale, almeno si spera, liberazione dall’intonaco delle pitture ancora nascoste. Dal quel momento le antiche carceri daranno spazio al Museo dell’Inquisizione.

Ancora, per quanto riguarda Palazzo Chiaramonte, da diverso tempo ormai sede del Rettorato dell’Università, sarà ovviamente possibile recarsi all’interno del palazzo trecentesco fatto costruire da Manfredi I Chiaramonte, con il suo famosissimo Soffitto delle meraviglie della Sala Magna del primo piano. E’ anche permesso visitare la Piccola Cappella Chiaramonatana di S. Antonio Abbate, un tipico e rarissimo esempio dello stile Gotico a Palermo. E ancora, il famosissimo dipinto di Renato Guttuso, "La Vucciria", donato all’Ateneo dall’autore stesso nel 1974. Posto nel primo ambiente del piano terra, entrando dall’ingresso principale, la grande tela sembra quasi inondare la sala con gli odori e i profumi delle merci e degli alimenti posti sui banchi degli ambulanti del mercato della Vucciria.

Continuando la passeggiata tra le vie dei tesori, un’altra tappa obbligata è il Convento seicentesco di S. Antonino che si trova in prossimità della Stazione centrale. Di particolare interesse, all’interno del convento, sono i macchinari dedicati alla produzione del pane, come l’antico mulino utilizzato durante la Seconda Guerra Mondiale. Tra le vie dei Tesori incontriamo anche la Cappella dei falegnami, all’interno della Facoltà di Giurisprudenza, ex convento di S. Giuseppe dei teatini, che si trova in via Maqueda, proprio di fronte piazza Pretoria. Più volte definita un “gioiello” barocco, al suo interno troviamo un apparato decorativo di straordinaria bellezza, interamente in stucco, realizzato dalla scuola di Giacomo Serpotta e più precisamente dal fratello Giuseppe, che vi lavorerà nel 1701.

Il tour continua con siti di particolare valore scientifico, come l’Orto botanico, centro nevralgico del dipartimento di Scienze Botaniche dell’Università, e il museo "Doderlein" in via Archirafi, dove sono racchiuse le specie più rare di pesci proveniente dalle acque degli antichi fiumi palermitani. Ancora il museo "Gemmellaro", con i suoi reperti di epoche geologiche remotissime e la ricostruzione degli esemplari di elefanti siciliani. Procedendo nell’ambito scientifico, tra le vie dei tesori incontriamo il Museo di radiologia all’interno dell’Unità Operativa di Radiologia del Policlinico di Palermo. Unico museo di radiologia d’Italia, gemellato con il tedesco museo "Rontgen", custodisce al suo interno antichi e pionieristici macchinari che hanno fatto la storia della disciplina e che hanno contribuito al suo sviluppo tecnico.

Anche la facoltà di Ingegneria ha messo a disposizione il suo “piccolo” tesoro, vale a dire la riproduzione in scala 1:50 realizzata in legno della Mole antonelliana di Torino e le Collezioni di marmi siciliani, molti dei quali provenienti da giacimenti ormai esauriti. E' possibile ammirare il plastico della Mole al dipartimento di Progetto e Costruzione Edilizia, mentre i marmi si trovano al dipartimento di Ingegneria strutturale e Geotecnica, entrambi all’interno dell’edificio 8 di Ingegneria, in viale delle Scienze.

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