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Williams alla chitarra, Rzewski al piano: atmosfere da tutto il mondo per gli AdM

  • 11 marzo 2006

Sarà il debutto palermitano di John Williams ad aprire la serata del 16 marzo al teatro Golden del capoluogo siciliano (via Terrasanta 62, ore 21.15): un appuntamento per tutti gli appassionati di virtuosismi chitarristici, prima di rinnovare, martedì 21 marzo, il rendez-vous con il compositore americano Frederic Rzewski, vecchia conoscenza del pubblico palermitano e dell’associazione Amici della musica che ospita entrambi gli artisti.

Il celebre maestro di chitarra John Williams, nato nel 1941 a Melbourne, studia con Andrès Segovia all’"Accademia Chigiana di Siena" e nel 1958 si esibisce alla "Wigmore Hall" di Londra, perfomance che inaugura una lunga tournée mondiale. La sua grande versatilità lo conduce a differenti percorsi sonori, realizzando "The Magic Box" (nomination al "Brit Classical Award 2002") che costituisce una creativa celebrazione della musica di varie culture africane. Alcuni dei suoi cd, molti dei quali licenziati dalla "Sony Classical", includono rielaborazioni di brani della tradizione musicale classica, mentre la sua registrazione della "Cavatina" di Myers è stata il tema del film "Il cacciatore", premiato con l’Oscar. Il suo grande talento – che ha incoraggiato Steve Dodgson, Philipp Houghton, Peter Sculthorpe e André Previn a comporre per lui pezzi chitarristici di notevole difficoltà – e la costante ricerca di nuovi approcci con lo strumento, lo spingono a dilatare i confini della chitarra classica, fino a guidare gruppi jazz ("The Sky", "Attacca", "The National Youth Jazz Orchestra") e collaborare con Paco Peña ed i cileni Inti illimani. Apprezzato per una certa freddezza esecutiva e perfezione formale, peculiarità che lo eleggono a indiscusso punto di riferimento per il suo strumento, il chitarrista nel suo recital al Golden accosterà trascrizioni per chitarra classica di brani scritti originariamente per altri strumenti, pezzi commissionati dall’artista a musicisti a lui coevi e infine composizioni di altri chitarristi. Fra i riadattamenti melodici per chitarra, rintracciamo tre "Sonate" di Domenico Scarlatti – K380, K213 e K175 –, componimenti pensati per clavicembalo e qui rielaborati apportando particolari accorgimenti, nel rispetto dei timbri iberici "scarlattiani". Stessa sorte per "Asturias", "Mallorca" e "Torre Bermeja" di Isaac Albéniz: lo stile di Williams ben si adatta a questa appassionata e rovente musica, che risuona di certe morbidezze tipicamente orientali. Il brano di Carlo Domeniconi, "Koyunbaba" dondolerà il pubblico in fluidi arpeggi e note ribattute, in un movimento gradualmente sempre più veloce. Di seguito "Sakura", ovvero lo sbocciare dei fiori di ciliegio, di Yuquijiro Yocoh, composizione sull’omonima melodia giapponese che è un insieme di quattro variazioni, ciascuna ispirata ai quattro giorni della vita di tali fiori. Le ultime due fasi di "Sakura", rievocano tramite l’uso del tremolo il vento che porta via i petali caduti sul suolo, rivelando un’esplicita forza evocativa.

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Sarà poi la volta di "Djilile" di Peter Sculthorpe (qui nell’arrangiamento di Steve Wingfield), il cui linguaggio musicale combina influenze australiane, giapponesi e indonesiane. Il titolo dell’opera, che si basa su una melodia aborigena del nord dell’Australia, significa "papera che starnazza in un billabong" (diramazione fluviale che si allontana dal corso d’acqua principale). "Malinké Guitars" è la canzone autografa del chitarrista australiano e si basa su tre melodie della tradizione del Mali e del Senegal, paesi dove i griots (musicisti-cantastorie della comunità Wolof in Senegambia) suonano la kora, un possente liuto-arpa munito di ben 27 corde. Si prosegue quindi con "Los Caujaritos" di Ignacio Figueredo (detto "Indio", la cui composizione risente di influenze indiane, spagnole e africane) e "El Totumo" di Benito Canonico (personaggio venezuelano a metà fra leggenda e realtà). Di seguito "Como Llora un Estrella" di Antonio Carillo, "Los perdices" di Pedro Lopez (due ritratti del Messico) "El diablo suelto" di Heraclio Fernandez (datato 1878 ma eseguito per la prima volta solo nel 1972) e "Salve" di Vicente Emilio Sojo (risorto da una serie di brani popolari che il musicista raccolse e armonizzò nei suoi 50 anni di attività). Infine l’artista australiano presenterà "Seis por derecho" di Antonio Lauro che, attivo anche sulla scena politica venezuelana, viene considerato il principale maestro latinoamericano di chitarra: il componimento è uno joropo, vale a dire una musica che utilizza ritmi incrociati.

Per quanto riguarda l’atteso concerto con Rzewski, previsto al teatro Politeama Garibaldi martedì 21 marzo, dopo due anni di assenza dai programmi degli "Amici della Musica" (l’ultima performance lo vide accompagnato dai cameristi "Alter Ego"), il compositore dell’avanguardia musicale proporrà "36 Variazioni su ‘El Pueblo unido jamas será vencido’" di Sérgio Ortega e Quilapayun, opera paragonata alle "Variazioni-Goldberg" di Bach. La prevendita dei biglietti per il concerto di John Williams è già in corso. I non abbonati potranno acquistare i biglietti a Palermo presso Master Dischi (via XX Settembre, 38 - telefono 091.323151) al costo di 21 euro (intero) ed 16 euro (ridotto per abbonati turno pomeridiano, soci "Ideanet", studenti conservatorio e corso di laurea discipline della musica).

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