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Yuppie Flu, la nuova scena italica che piace al Continente

  • 24 marzo 2006

Alternativi, sì. Ma non per forza e non per moda. Sono gli Yuppie Flu, band italiana dai sapori mitteleuropei, di scena a Palermo allo Zsa Zsa Mon Amour di Piazza Campolo a Palermo venerdì 31 marzo a partire dalle 22.30 (ingresso 5/6 euro). Giunti al loro quarto album (cinque, se si considera l'ottimo "The Boat ep"), i ragazzi di Ancona continuano a promuovere "Toast Master", capitolo tra i più riusciti della pur breve storia targata Yuppie Flu. E in piena sintonia con il percorso artistico, iniziato quasi dieci anni fa, anche quest' ultima impresa discografica si è contraddistinta dalle precedenti produzioni, lasciando spazio a scenari sonori basati sulla fluidità, con un'acustica "cantata addosso" in british style ed un registro elettronico meno protagonista e più a supporto delle ballate, undici per l'esattezza.

Un disco maturo che ha trovato riscontro in Italia e all'estero, proprio come successe al predecessore "Days before the day", prodotto di altissima qualità che "insospettì" positivamente pubblico, critica e, squillo di trombe, anche Thom Yorke, per le sue straordinarie intuizioni sonore. Intuizioni sonore che ritornano anche in "Toast Master", dove lo scenario "indie" con il suo significato più o meno ben definito, lascia spazio ad interessanti composizioni strutturate un po’ all’antica, di getto, condensando in un sol colpo la geniale consonanza beatlesiana, riconoscibile in "Make a Send" l’ampio respiro rock di matrice Pavement e le pizzicate electro-ballad alla Notwist. Il tutto servito a partire da un coinvolgente apripista un po’ alla Shins: "Glueing all the fragment" seguita dalla radiofonica "Our Nature ". E quindi, dati e canzoni alla mano, l’impressione è quella di una continua crescita artistica, all’ombra di uno Stivale sempre più pronto a recepire questa "new wave" italica cantata in inglese: un nuovo modo di concepire l’alternative rock che di alternative, comunque, ha davvero ben poco visto la naturale immediatezza e l’impatto sul pubblico, specialmente nelle seguitissime esibizioni live, in particolar modo nel sud Italia dove la band suona sempre con molto piacere, riconoscendo al pubblico meridionale un interessamento coinvolto ed attento agli scenari musicali da loro offerti.

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Dagli esordi in "combutta" con Amauri Cambuzat, l’Ulan Bator sempre attento ai nuovi scenari musicali emergenti, Gli Yuppie Flu, oggi, possono riconoscersi nel termine "band affermata", pur schivando con sistematica cura il brano tormentone o la canzonetta piaciona da jingle pubblicitario per operatore di telefonia mobile. Un successo che giustifica, in parte, anche le nuove frontiere di interscambio musicale: i loro album sono scaricabili da ITunes a pagamento, dimostrando ancora una volta che il demoniaco spettro del file-sharing, nel tempo, si è rivelato un’alternativa fondamentale per andare oltre le imposizioni delle "grandi case", senza sentirsi dire dalla discheria sprovvista di turno frasi del tipo: "Yuppie Flu? Ma chi? Quella di Celentano?". "No, Yuppie Flu, quella band che nel giugno del 2005 ha suonato dal vivo alla BBC di Londra".

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