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Si chiama "Pizzuta" ma il suo ovale è perfetto: la regina delle mandorle è siciliana

Nel Val di Noto e in particolare ad Avola, non si trova la semplice mandorla, bensì tre varietà, "cultivar", che la rendono ancora più pregiata. La storia e gli usi

Federica Puglisi
Giornalista
  • 17 ottobre 2022

Le mandorle di Avola

Anche se la concorrenza delle mandorle provenienti da oltre oceano è serrata, nelle migliori pasticcerie siciliane e italiane se si vogliono gustare ottimi dolci, occorre sempre chiedere se si utilizza la mandorla di Avola. Ma cos’ha di speciale questa mandorla? E soprattutto conoscete la sua storia?

Tra le province di Siracusa e Ragusa, nel Val di Noto, territorio patrimonio Unesco, ben tre tipi di varietà di mandorla hanno trovato il loro habitat naturale. Complice, senza dubbio, il clima mite, perché questa zona è tra le più soleggiate d’Italia e il suo mare è tra i più belli.

Pare che a portare i mandorleti in Sicilia siano stati i greci. Difatti se capita di consultare antiche carte geografiche del luogo, si nota come fossero riprodotti centinaia di alberi di mandorle, che insieme agli oliveti, aranceti e la vite, sono stati e sono tuttora una caratteristica di questo territorio.

Ma nel territorio del Val di Noto e in particolare ad Avola, non si trova la semplice mandorla, bensì tre varietà, "cultivar", che la rendono ancora più pregiata. Si tratta della “Pizzuta”, del “Fascionello” e della “Romana”.
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Quella più famosa è la Pizzuta, con il suo guscio duro e liscio, il seme di forma piatta ed il colore rosso cuoio. E se vi capita di mangiare i confetti, la frutta martorana, la tipica granita siciliana, nella maggior parte dei casi i migliori pasticceri usano proprio la varietà Pizzuta di Avola.

Così rinomata da essere scelta anche per i confetti dei matrimoni della famiglia reale inglese: a realizzarli un’azienda siciliana, a base della migliore mandorla di Avola. Tra l’Ottocento e il Novecento, grazie anche agli studi e alla catalogazione del botanico Giuseppe Bianca, questa varietà di mandorla si è diffusa in tutto il mondo.

La fioritura è in pieno inverno, generalmente tra gennaio e marzo, e nelle varie aziende del luogo avviene poi la raccolta, la lavorazione e infine la distribuzione.

Tanto che per anni questo settore è stato alla base dell’economia di questo lembo della Sicilia orientale. Andando ad Avola, allora, si può anche visitare il museo nato su iniziativa del Consorzio di tutela della Mandorla di Avola, che ha pure avviato le procedure per il riconoscimento Igp di questo prodotto.

Nelle sale espositive si possono trovare gli antichi attrezzi tipici dell’agricoltura di un tempo, e realizzare percorsi tra storia, cultura e degustazioni a base di prodotti tipici.

Ma la mandorla di Avola non è solo uno dei migliori prodotti della pasticceria siciliana. È rinomata per essere un ottimo e prezioso integratore alimentare. Consigliato per chi vuol fare una dieta, è considerato un buon antinfiammatorio naturale e un antiossidante. E ancora combatte l’ipertensione, il colesterolo e la glicemia alta.

Come non gustare ad esempio il latte di mandorla, come valida alternativa al latte vaccino, in quanto altamente digeribile.

Insomma se vi trovate da queste parti della Sicilia non vi resta che cercare un buon ristorante, assaggiare qualche piatto tipico, accompagnandolo con un buon Nero d’Avola. E per concludere lasciarvi deliziare con un dolce a base di mandorla.
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