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Storie d'amore, sculture e gelati: se Santa Rosalia cambia il destino di tre donne

Una storia tutta palermitana quella di Monica, Virna e Gloria: tra matrimoni, statue e creme golose tre sorelle hanno visto le loro vite intrecciarsi con quella della Santuzza

  • 12 luglio 2018

Monica Ciprì, Virna Garofalo e Gloria Ciprì (foto di Antonio Chinnici)

Un matrimonio, una santa, un dolce celebrativo e tre sorelle. Sono questi gli ingredienti di una storia tutta palermitana, con la Santuzza che sembra cucire con il filo invisibile del destino i momenti fondamentali di un anno speciale per Monica, Virna e Gloria.

E siccome qualsiasi storia a Palermo ha un profilo mangereccio, c’è anche da leccarsi i baffi. Ma partiamo dall’inizio: Monica Ciprì, la più grande delle sorelle, fa la wedding planner e per il suo matrimonio religioso con Antonio vuole una chiesa romantica e inusuale.

La data è già scelta, il 27 luglio, a un anno esatto dalle nozze celebrate civilmente. È Virna a proporle il luogo perfetto: il Santuario di Santa Rosalia a Monte Pellegrino. Una ricerca sul web e Monica si imbatte nella prima delle coincidenze che si intrecciano in questo racconto: la santa fu proclamata patrona di Palermo proprio il 27 luglio dal Senato della città nel 1624.

Per una serie di coincidenze, fra prenotazioni e disdette, i due sposi potranno quindi celebrare lì le loro nozze. Qualche giorno dopo, è Virna a sentire il tocco della Santuzza.
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Alla più piccola delle sorelle, infatti, viene offerta la possibilità di partecipare, insieme a due colleghe artiste (Rosalia La Grutta e Nikita Schifaudo), alla realizzazione del carro e della statua di Santa Rosalia che sfileranno per il Cassaro la notte del 394esimo Festino, il 14 luglio, che quest’anno segue il tema "Palermo bambina".

Virna è una scultrice di formazione, ma da anni, per impegni familiari e di lavoro, si dedica alla pittura, quindi per lei il lavoro commissionato è importante ed emozionante a un tempo: è il ritorno alla sua passione, alla sua città (fa l’insegnante in Sardegna), al suo modo di dare un contributo all’arte contemporanea.

In pochi giorni Virna e le sue colleghe sono riuscite a dare nuova vita al carro dell’anno scorso e a creare la statua della santa di due metri e mezzo con un complicato procedimento che prevede, da un modello di creta, di arrivare alla forma finita di resina per la testa e di polistirolo scenografico ad alta densità per il corpo. A disposizione avevano poco più di due settimane di tempo, ma ce l’hanno fatta.

Dulcis in fundo, in tutti i sensi, l’ultima coincidenza: la notte del Festino il carro con la Santuzza passerà proprio davanti alla gelateria Al Cassaro di Gloria Ciprì, la terza delle sorelle, che proprio guardando i bozzetti della barca dipinta con le rose e i gigli simboli della santa, ha un’illuminazione.

Gloria dedicherà un gelato speciale a quella santa poco più che bambina, un gelato insolito ma che potrebbe essere perfettamente il dolce tradizionale di questa festa: un fiore trasformato in leccornia per i Palermitani, un gelato alla rosa.

La gelateria Al Cassaro non è nuova alle sperimentazioni, già annovera fra i suoi gusti il croccante all’arancia, pesto di frutta secca, arancia zenzero e cannella.

Per questo gusto per l’innovazione la gelateria collabora quest’anno anche a Manifesta12, la biennale europea di arte contemporanea (lo abbiamo raccontato qui).

Ma in questo omaggio a Santa Rosalia c’è di più: il desiderio che per la patrona della città esista un dolce dedicato esclusivamente a lei, che come per le altre prelibatezze dedicate alle feste dei santi scandisca il tempo che passa, anno dopo anno.

La Gelateria Al Cassaro sarà aperta tutta la notte e chissà che tutte queste coincidenze non ci portino a sancire quello che sarà, d’ora in poi, il dolce tradizionale di Santa Rosalia.
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