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Un tour tra il Liberty in Sicilia (da tutelare): luoghi indimenticabili da Palermo a Messina

Legambiente Sicilia propone di valorizzare quello che è rimasto. La ragione storica si lega all’importanza e all’impatto culturale che ha avuto questo stile nel mondo

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 25 maggio 2023

Villa Ida, villa Deliella e villino Messina Verderame

La Sicilia è universalmente nota per essere una delle regioni del mondo più ricche di attrazioni turistiche e culturali. Spesso però quando ai turisti gli si chiede quale monumento gli viene in mente pensando alla nostra isola difficilmente risponderanno con delle opere che si discostano più di tanto dall’arte e architettura classica.

Ciò ovviamente è un bene, perché se la nostra Valle dei Templi, ma anche Segesta, Taormina e Selinunte sono così riconoscibili a livello internazionale, vuol dire che la nostra terra è capace di attrarre ancora tantissimi appassionati di storia antica.

Il fatto però che la Sicilia venga ricordata solo per l’arte greco-romana o tutt’al più per l’arte del periodo arabo-normanno è un fatto abbastanza limitante, per il progresso culturale come per la valorizzazione del nostro sterminato patrimonio artistico e architettonico.

Per questa ragione, anche per delineare quali sono le priorità da risolvere, di modo che i beni culturali siciliani vengano sufficientemente protetti e apprezzati, l’associazione Legambiente Sicilia ha stilato una lista di dodici punti (un dodecalogo, tramite la sua campagna "Salva l’arte"), con cui cercare di fornire delle linee guida sulle prossime iniziative politiche ed amministrative. Un’operazione di non poco conto, considerando che la nostra regione offre davvero diverse opzioni di valorizzazione del territorio.
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Fra i punti più importanti presenti in questa lista, c’è quello che comprende la tutela del Liberty siciliano, uno stile artistico e architettonico che seppur ha influenzato diversi artisti nel corso del Novecento, ha anche subito diversi scempi, per via dell’abbattimento o abbandono di un grande numero di ville che presentavano questo stile.

Legambiente Sicilia perciò propone di valorizzare quello che è rimasto – e che soprattutto è sopravvissuto al Sacco di Palermo – istituendo diverse opere che possano garantire un futuro al Liberty siciliano, di modo che la fruizione dei turisti e dei visitatori possa cominciare a crescere di pari passo alla conservazione.

Fra i beni culturali che l’associazione prevede di salvaguardare con il contributo della regione abbiamo per esempio il Villino Ida di via Siracusa, che fu progettata da Ernesto Basile agli inizi del secolo scorso e che negli intenti di Legambiente dovrebbe divenire la "Casa Museo" dedicata all’importante architetto palermitano, incredibilmente ancora poco considerato sul continente, come Villa Baucina-Pottino, da anni in vendita e unica testimonianza rimasta dell’arte Liberty presso Via Notarbartolo.

Le opere Liberty che dovrebbero essere tutelate a Palermo non finiscono però di certo qui.

Oltre infatti ad un potenziamento degli orari di visita delle varie ville che i Florio hanno costruito a Palermo, fra cui la villa all'Olivuzza, Legambiente chiede che il Villino Messina-Verderame di via Francesco Lojacono venga destinato al Museo regionale della storia del Liberty, di modo che possa divenire presto anche la sede locale del Réseau Art Nouveau Network, che è l’itinerario culturale riconosciuto e voluto dal Consiglio d’Europa, che spinge Palermo ad entrare all’interno della sfera internazionale del Liberty a partire dal 2 giugno 2022.

Perché però tutelare il Liberty siciliano è importante, potrebbero chiedersi in molti? Perché la Sicilia con tutti i siti UNESCO e i vari musei dovrebbe istituire nuove campagne e opere d’interesse culturale per delle ville che risalgono a poco più di un secolo fa? Semplice, chiariscono dall’associazione.

La ragione storica che dovrebbe spingere il governo regionale come quello nazionale a proteggere il Liberty siciliano si lega all’importanza e all’impatto culturale che ha avuto questo stile in Italia come nel resto del mondo, non considerando inoltre quanto più recentemente le opere letterarie – fra tutti la Saga dei Florio di Stefania Auci – hanno fatto riscoprire le forme, i colori e i volti che hanno dato la vita a questo percorso artistico. Ecco dove si trovano però le principali opere Liberty siciliane, al di fuori del capoluogo.

Chiarendo sin da subito che tale stile consisteva in motivi ispirati direttamente dalla natura, specialmente dal mondo vegetale e floreale, e che prevedeva poco rigore stilistico, per dar modo agli architetti di sfogarsi e liberare la loro genialità creativa, dobbiamo subito segnalare che il Liberty si diffuse anche grandemente all’interno delle varie ville nobiliari, nei cimiteri e negli edifici pubblici di Catania, Messina e Vittoria, con diverse altre strutture isolate che cominciarono a comparire in comuni più piccoli, come a Favignana (dove è situato il famoso stabilimento e un’altra villa dei Florio), a Canicattì bagni, Bagheria, Licata o ad Augusta.

Da sottolineare poi come il Liberty accompagnò la ricostruzione di Messina, dopo il devastante terremoto del 28 dicembre 1908 che rase al suolo la città. Il Liberty siciliano si spinse però anche a Roma, sempre grazie ad Ernesto Basile e ai Florio, che tramite le ville Ximenes, Florio, Rudinì e monumenti minori divenne la capitale dell’art nouveau in Italia.

Generalmente però, quando affermiamo che l’arte Liberty influenzò l’arte contemporanea mondiale, dobbiamo chiarire che fu principalmente grazie ad alcune strutture di ricezione dell’ambiente palermitano se questo stile, differente da quell’art nouveau francese, giunse ai facoltosi turisti che arrivavano in Sicilia, che colpiti dalla semplicità e maestosità delle strutture in cui soggiornarono, vollero replicare o riadattare ciò che avevano visto nei propri paesi d’origine, instaurando nuovi stili Liberty che si diffusero in Europa fino all’alba del fascismo.

Fra questi monumenti abbiamo il Grade Hotel delle Palme, situato presso via Roma, la spettacolare Villa Igea, l’Antico Stabilimento Balneare di Mondello, i chioschi di Ribaudo e Vicari presenti nella città e lo stesso teatro Massimo Vittorio Emanuele, la cui costruzione ebbe risonanza internazionale visto che divenne il terzo più grande in Europa, dopo quello di Parigi e di Vienna, e il migliore per acustica di tutto il mondo.

E dunque incredibile che molte delle ville edificate a cavallo della fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento furono distrutti e abbattuti, spesso per stupide questioni urbanistiche.

Via Libertà e via Notarbartolo a Palermo presentavano per esempio decine di costruzioni e di ville Liberty private e poco di ciò che un tempo sconvolgeva il mondo, per la sua raffinatezza e briosità, oggi è rimasto.

Quindi sembra lecito sostenere l’impegno dei volontari e delle diverse associazioni, nel tentativo di tutelare un patrimonio artistico e culturale che per fin troppo tempo ha vissuto nel dimenticatoio o nel degrado.
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