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Castello di Maredolce: se la riqualificazione è più vicina

Si riaccendono le speranze per il castello di Maredolce-La Favara, gioiello architettonico per anni tralasciato se non sconosciuto e in condizioni di totale abbandono

  • 16 novembre 2015

È l’antica residenza dell'emiro Giafar, trasformata dai re normanni che lo inserirono nel parco di caccia del Genoardo: il castello di Maredolce-La Favara, gioiello architettonico ricco di storia ma per anni immerso in uno stato di abbandono e totale degrado, è tornato sotto a essere oggetto di attenzione da parte dell’amministrazione.

Dimenticato troppo spesso dietro le tante case abusive e baracche, il castello è in realtà un prestigioso monumento dell’architettura arabo-normanna il cui nome cela tutta la nube di mistero che da sempre lo avvolge.

Luogo di incontro tra le culture bizantina, araba e normanna nonché dimostrazione del valore della cultura del paesaggio e del senso di appartenenza ed ex dimora reale di Ruggero II, è stato recentemente insignito del premio Carlo Scarpa per il suo valore storico, naturalistico e culturale.

Circondato da alberi di agrumi e palme, territorio di colture di pregio a lungo utilizzato come presidio della città, oggi il castello di Maredolce resta nascosto dietro alcuni edifici di proprietà comunale che si affacciano su piazza Giafar.

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Dopo il premio Scarpa che ha fatto riaccendere i riflettori su un luogo che coniuga i temi dell’agricoltura con il paesaggio e il tessuto urbano, il castello si conquista l’attenzione della soprintendenza dei Beni culturali di Palermo che, in seguito ai lavori di restauro, si è fatta avanti per acquistare il terreno antistante l’ingresso.

È impensabile che luoghi, come questo, dall’intramontabile e suggestiva bellezza architettonica, possano essere lasciati al loro destino: con la muratura tipica dell’età normanna, la sala preghiera, la sala plissettata e la Cappella di San Filippo, il castello non può continuare ad essere abbandonato a se stesso. Chissà che presto il castello non torni a respirare e a brillare di luce propria.

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