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Bus e auto? No, grazie: in via Maqueda si va solo a piedi

Via Maqueda chiude definitivamente, diventando una vera e propria isola pedonale. Tra i pro e i contro, un pezzo di Palermo apre al pubblico da mercoledì 4 giugno

  • 1 giugno 2014

E così, si pedonalizza. Uno degli assi viari principali di Palermo, l'ottocentesca via Maqueda, verrà chiusa permanentemente dalle ore 10 alle ore 20, ogni giorno, sette giorni su sette. Fine della pedonalizzazione a singhiozzo: da mercoledì 4 giugno la strada diventerà una grande isola pedonale, che vieterà non solo il transito dei mezzi privati, ma anche di quelli pubblici, con eccezione per le ambulanze e i veicoli delle forze dell'ordine.

La notizia giunge dal Comune, dove dopo tentativi e marce indietro il neo-assessore alla Mobilità Giusto Catania e la giunta hanno deciso di rendere definitiva la pedonalizzazione e di dare il via agli interventi per realizzare altre sei aree pedonali. Ma parliamo di via Maqueda.

Fino a martedì 3 giugno la situazione attuale non cambierà: via Maqueda continuerà ad essere interdetta alle auto nel tratto di via Cavour e dei Quattro Canti da lunedì a venerdì dalle 9.30 alle 13 e dalle 16 alle 20, mentre il sabato e la domenica a orario continuato. Una situazione ormai stabile, che da qualche mese divide i palermitani.

Sì, perché si tratta pur sempre di uno dei quattro principali assi viari cittadini, uno di quelli che hanno contribuito, con la sua esistenza, a dividere Palermo in quattro mandamenti. Uno di quelli che collega tutto. E chi era abituato a percorrerla ogni giorno con la proprio auto non ha lesinato nel lamentarsi.

Chissà allora cosa accadrà, invece, quando la pedonalizzazione diventerà totale e chi aveva deciso di transitare con gli autobus dovrà trovare delle soluzioni alternative. Intanto, la cosa si farà, si mettano l'anima in pace i detrattori, e chiusa la strada cominceranno anche i lavori per rendere possibile il riarredo floreale della strada . - che prevede fioriere in metallo ancorate a terra - e la realizzazione della pista ciclabile.

«Faremo una pedonalizzazione vera, - dice Giusto Catania - non è possibile parlare di chiusura al traffico quando su una strada transitano continuamente autobus, macchine pubbliche e private.». A ben guardare, in altre città l'esperimento sulla chiusura del centro storico ha funzionato, ma dopo un percorso durato anni.

Ci si chiede allora come andranno le cose a Palermo, considerata la mancanza, finora, di un piano coerente e a lungo termine. Senza contare, poi, che in passato non ha certo giovato la lunga ostilità dei commercianti, ammorbitisi soltanto da quando hanno notato che la nascita dei centri commerciali influiva pesantemente sul loro commercio.

Ammorbiditi, sì, ma non del tutto convinti. Esistono e si fanno sentire ancora le voci fuori dal coro, quelle che sostengono che la pedonalizzazione di via Maqueda non sia la soluzione ma la condanna definitiva. Un esempio su tutti è il presidente di Liberimpresa Giovanni Felice che ha dichiarato che la situazione non potrà che nuocere al commercio.

Analizzando bene la situazione ci si rende conto che non si può che attendere: stando ai piani del comune le attività culturali messe in campo dall’assessore Francesco Giambrone si andranno a intensificare per rendere più "invitante" il centro storico e per incrementare i fruitori.

«Abbiamo chiamato gli artisti di strada, coinvolto il Conservatorio, l’Accademia di Belle Arti, le associazioni - ha detto l'assessore Giambrone -, ma per ora le proponiamo soltanto il sabato, quando l’isola pedonale è un po’ meno violata da continui passaggi di auto e di autobus».

Se davvero tali attività verranno portate avanti e prolungate ai giorni feriali le cose potrebbero volgere per il meglio: ma si tratta soltanto di ipotesi, e si sa, il palermitano finché non vede non crede. Non resta che avere almeno fiducia, e sperare che la chiusura di via Maqueda porti con sé altri stravolgimenti positivi: l'incremento del commercio, sì. Ma anche mezzi pubblici alternativi e meglio funzionanti che compensino ai disagi.
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