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"EtnaCoffee": c'è un pezzo di Sicilia nel cuore di Londra

Ha il cuore siciliano e si è posizionato tra i primi venticinque ristoranti londinesi più amati: è "EtnaCoffe", che ha portato un pezzo di Trinacria in Gran Bretagna

Balarm
La redazione
  • 30 agosto 2015

Camminando tra le strade di Londra è possibile avvertirne l'essenza metropolitana, l'anima cosmopolita. Un passo dopo l'altro la si scopre viva e pulsante. C'è un piccolo problema: il siciliano, che volete farci, la mancanza di certe abitudini la sente. Entrare al bar, essere coccolato, dare un morso ai suoi "pezzi" preferiti. Per questo, e per far conoscere lo street food siciliano, è nato "EtnaCoffee".

L'idea, nata dal brainstorming dei fratelli catanesi Gaetano e Enrico Bauso, è quella di creare al centro di Londra (proprio a pochi passi dalla Victoria Station) un cuore siciliano pulsante, fatto di rosticceria, pasticceria, caffè e chi più ne ha più ne metta.

Un'impresa familiare che parla di legami con le proprie radici, di nostalgia e di voglia di condividere: un legame forte e un intento che finiscono per trasparire anche dal simpatico spot che la pubblicizza.

Un'idea che è piaciuta, stando a quanto riportato su TripAdvisor, non soltanto ai siciliani in visita nella capitale inglese, ma anche ai londinesi e ai turisti, che popolando il locale gli hanno dato visibilità e sono riusciti a farlo volare tra i primi venticinque di Londra.

Un successo che diventa ancor più appagante se si unisce al posizionamento tra le "Small Business Saturday 100", ovvero tra le cento piccole imprese che hanno ottenuto maggiore successo nel corso del 2015.

I piatti e le bevande preparati dal team, tutto siciliano, vanno dal classico arancino catanese (declinato in mille modi, dal dolce al salato), ai ravioli al pistacchio di Bronte e arrivano alla tipica granita.

Così, superando le differenze riguardanti il cibo, i due fratelli Bauso hanno dato vita ad una vera e propria attività siciliana in piena regola, con i profumi e gli odori dell'Isola, che oggi ha travolto, come un piccolo Etna, anche i palati anglosassoni.

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