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Faraglioni della discordia: Scopello diventa mare libero

Polemiche e ordinanze rivedute, la spiaggia dei Faraglioni di Scopello diventa il caso dell'estate. Nessun mare d’élite: approvato il libero accesso ma a ingressi limitati

  • 23 luglio 2015

Set cinematografico, culla storica, ambìta meta turistica e adesso teatro di scontri, i Faraglioni di Scopello animano ancora la calda estate siciliana, e stavolta tra polemiche e dissensi.

Pomo della discordia, come già reso noto, è il libero accesso allo specchio d’acqua antistante ai Faraglioni, annunciato da un’ordinanza comunale di alcuni giorni fa, condivisa dal sindaco Nicolò Coppola, ma sospesa in tempo record su richiesta del prefetto Leopoldo Falco, per le polemiche sorte nei riguardi del complesso monumentale della storica Tonnara. Una vicenda che vedeva in primis tra i contrari la Sovrintendenza ai Beni Culturali e Legambiente, decisamente opposti al turismo di massa.

Ma la libera fruizione del sito alletta e come: risparmiare un ticket di 3,50 euro e usufruire consapevolmente della spiaggia o evitare a priori di aprirsi al “populismo” turistico e preservare quella che rimane una proprietà privata?

Sembrerebbe che a sciogliere l'interrogativo sia bastata la riunione del mercoledì, in seguito alla quale è stata emanata un'ulteriore ordinanza a favore di un accesso libero, ma regolamentato: potranno accedere gratuitamente al mare antistante la Tonnara un numero limitato di persone, per un totale di duecento ingressi contemporanei.

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Il libero accesso ai Faraglioni, c'è da aspettarselo, non piace a chi crede e lavora in uno dei gioielli di mare più ambiti nonché simbolo di una delle più antiche tonnare della Sicilia, costituito da appartamenti e case vacanza, e dunque fonte di business locale, ma resta anche un appello, e perché no un diritto, di tutti coloro che ne vogliono godere gratuitamente, anche con divieti e restrizioni nel rispetto dell’ambiente del sito; eppure, rendere liberamente accessibile una spiaggia è poi così tragico?

A preoccupare è sì la tutela, ma ancor peggio sarebbe perseverare in un sistema economico a favore di privati senza migliorarne i servizi, senza cioè assicurare un cambiamento costruttivo per luoghi, pubblico e imprese difronte alla crisi imperante, ma soprattutto senza negare in partenza il piacere di uno spettacolo mozzafiato o guastarlo per incuranza; in questi termini sembra proprio che la fresca scelta del Comune si prospetti come l'inizio di un percorso consapevole.

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