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Norman Zarcone, una targa per ricordare la sua storia

Intitolata al giovane dottorando suicida il nome di una rotatoria recentemente ristrutturata a Palermo. Al suo centro, una targa per ricordare la sua storia

  • 12 settembre 2013

13 settembre del 2010. Un sogno infranto, un momento di disperazione. E un volo che ha spezzato la sua vita. Tutta Palermo parla di Norman Zarcone. Tutta Palermo sente il silenzio attonito di coloro che si riuniscono intorno al punto in cui Norman muore. I pianti. La disperazione. Perché un ragazzo giovane e brillante non poteva finire così. Perché non poteva essersi buttato dal settimo piano della finestra della facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo, perché non era possibile che fosse davvero successo.

Sono passati tre anni da quella giornata drammatica. Tre anni che di certo non hanno lenito il dolore della famiglia, e che non sono serviti a colmare il vuoto di chi Norman lo amava veramente. Eppure, Norman, oggi è un simbolo, per quanto questo possa essere di insignificante consolazione. A lui è stata intitolata la rotonda di via San Giovanni di Dio, nel tratto che collega le borgate di Corso dei Mille e Brancaccio.

Il sindaco Leoluca Orlando ha scoperto la targa posta al centro della rotatoria. Spicca dorata su un cubo bianco: Ad un giovane e brillante filosofo, interprete dei valori positivi della nostra società, che al silenzio complice volle opporsi con decisione lacerante, recita. E poi eccolo, il suo nome sul muro, su un bianco cartello: rotonda Norman Zarcone. E a guardare, con il cuore piccolo, ci sono i familiari di Norman. Gli amici. I compagni di università.

«Norman ha deciso di cessare di vivere e poteva essere tutto finito, invece, - ha detto il Sindaco Leoluca Orlando - se siamo qui dopo tre anni per ricordare la sua figura insieme ai familiari, agli amici, ai compagni d’università e alle Istituzioni, è perché dietro a quella decisione disperata di Norman c'è un’indicazione, una prospettiva e un progetto che riguarda la valutazione del merito e non dell'appartenenza».

«Norman ci ha insegnato - ha proseguito Orlando - che bisognerebbe giudicare i giovani per quello che sanno fare non per quello o per ciò a cui appartengono. Ecco perché ho ritenuto opportuno scrivere al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, al Presidente del Consiglio Enrico Letta e al Ministro dell’Istruzione, la professoressa Maria Chiara Carrozza, chiedendo che il 13 settembre diventi la giornata nazionale del merito, un modo per dire: Norman, abbiamo raccolto tuo messaggio, tu vivi ancora come stimolo, come incoraggiamento e anche come critica a chi privilegia la domanda a chi appartieni? alla domanda, invece, che cosa sai fare?».

Chissà. Di certo Norman è un esempio. L'esempio di una gioventù disperata, che si strugge e fa percorsi tortuosi per arrivare, anzi, per non arrivare mai a qualcosa che gli spetterebbe per merito, per intelletto, per buona volontà. Di diritto. Per quanto le parole del sindaco possano essere significative, rimane la tragedia di una vita finita troppo presto.

E allora speriamo che la targa e il nome della rotatoria non servano solo a ricordare cosa era Norman e come è morto a chi lo amava e a chi tiene la sua storia nel cuore, ma che diventi un monito, un accusa a coloro che hanno creato le fondamenta di una società che ha permesso ad una persona degna di puntare in alto di mettere fine alla sua vita per la frustrazione. Lasciando lo sgomento in chi vedeva brillare in lui una luce ben più splendida di tanti altri che siedono sul posto che lui avrebbe dovuto occupare.

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