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"Palermo Pride 2013": il consigliere Figuccia contro tutti

Un comunicato del consigliere comunale Angelo Figuccia scaglia l'ennesima pietra contro il Pride palermitano, lasciando spazio a riflessioni sulla manifestazione

  • 18 giugno 2013

Non importa che sia bene o male, l'importante è che se ne parli, diceva il fin troppo citato Oscar Wilde. Con ciò intendeva dire, scusate la spiegazione, che se qualcosa ha un certo rilievo è fondamentale che in un modo o nell'altro finisca sulla bocca di tutti. Forse per questo non sgomenta eccessivamente leggere pareri contrastanti, talvolta duri, sul Palermo Pride 2013 (scarica il programma completo).

Eppure ci si chiede fino a che punto sia possibile procedere con le polemiche, fino a che punto queste servano effettivamente a lanciare un messaggio e non siano critiche fini a loro stesse. Ce lo si chiede, perché sebbene si tratti di punti di vista, sorge spontanea una riflessione. Il caso del giorno è la lettera del consigliere comunale Angelo Figuccia, che partendo dall'appello lanciato dall'associazione "Attivisti Gay Harvey Milk" (vedi il video) ha condiviso con gli esponenti di questa associazione l'idea che il Gay Pride è una piaga, che alimenta l’omofobia, fornendo un’informazione sbagliata e deviata sull’omosessualità.

Intanto il nome corretto è Pride e non Gay Pride. Perchè a Palermo segue un'impronta civica molto più incisiva dell'orientamento sessuale. Condivide ed esprime un parere personale, il consigliere. Personale, ribadiamolo, perché il concetto talvolta non è chiaro. Si legge nel comunicato: «A partire da questa affermazione sul Gay Pride, che condivido e sposo a pieno, sono amareggiato nel dover constatare che è in atto una vera e propria strumentalizzazione, di cui è vittima inconsapevole il sindaco Orlando, il quale sta avallando un’azione di istituzionalizzazione della settimana del Gay Pride. Ho appreso infatti con stupore, che in occasione delle iniziative e delle manifestazioni in corso, a partire da questa settimana, saranno sospesi i lavori del Consiglio Comunale».

E ancora: «Peccato che le scuole siano già terminate, altrimenti mi sarei aspettato che chiudessero anche queste, proprio come accade durante le importanti ricorrenze dello Stato, come per la Festa della Repubblica il 2 Giugno. Non vorrei che la presenza a Palermo di importanti cariche dello Stato in questa occasione sia preludio per il riconoscimento di Festa Nazionale al Gay Pride. Ma se è vero che anche il mondo gay respinge il Gay Pride, considerandolo una “pagliacciata di persone sporche e sudate” e affermando : “Come spieghiamo ai bambini che il modo giusto per chiedere diritti è quello del Gay Pride?”, allora non solo non capisco il senso della manifestazione, ma soprattutto non posso accettarne l’istituzionalizzazione».

«Si rafforza in me il pensiero di una visione seria e decorosa - ha continuato Figuccia - che qualcuno potrà definire anche “integralista” o “medioevale”, ma che aiuta certamente ad uscire da un tunnel fatto di oscenità e depravazione, non condiviso non solo da me che sono un uomo di 60 anni, ma anche da tante persone indipendemente dal fatto che siano gay o etero, che vivono la loro vita nel rispetto di se stessi e del mondo che ci circonda». Il fatto che la parata del Pride sia un vorticare di colori, per definizione, eccessiva, d'impatto, è indubbio. Ma il punto è che l'amore è un sentimento colorato, e una parata grigia di certo non renderebbe giustizia. Inoltre, perché la libera espressione del sentimento dovrebbe essere ridotto all'aggettivo di pagliacciata? E soprattutto, è corretto dire che il mondo gay respinge il Gay pride?

Istituzionalizzare la festa? Checché se ne dica in giro, sembra che nessuno abbia ancora paragonato il Pride ad una festa nazionale, nonostante la rilevanza. Inoltre, ricordiamolo: il Palermo Pride non è solo la parata. Il Palermo Pride è un compendio d'incontri, di tavole rotonde, di concerti, di affluenza incredibile ai Cantieri Culturali. Essere d'accordo è opzionale. Esprimere il proprio parere è legittimo. Fondamentale, invece, è essere bagnati dall'onda del Pride.

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