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Stop corruzione: attivo il "Whistleblowing" a Palermo

Il Comune di Palermo attiva un software per arginare la corruzione: politici e impiegati comunali potranno segnalare in maniera anonima chi dà e riceve mazzette

Balarm
La redazione
  • 1 febbraio 2015

Avevamo già parlato del sistema per arginare la corruzione all'interno dei consigli comunali avanzato dal Movimento 5 Stelle e che ha preso il nome di "Whistleblowing", che in inglese, significa soffiare nel fischietto: un suono da associare ad un'azione errata, una metafora che ha dato vita a Palermo ad un software (a tutti gli effetti attivo) che permette ai dipendenti, in condizioni di totale anonimato, di segnalare eventuali casi di corruzione di cui fossero a conoscenza all’interno della struttura amministrativa.

Dopo i numerosi scandali registrati al Comune e strettamente collegati alle mazzette scambiate con incredibile frequenza e facilità, nell'ambito del Piano Triennale contro la Corruzione è stato dato vita ad un sistema che consente di denunciare anonimamente i comportamenti errati.

Il software, nato dalla collaborazione tra la Segreteria generale e l'azienda comunale di informatca e sviluppo tecnologico Sispi, darà modo (attualmente soltanto ai consiglieri, assessori e tutti coloro che lavorano negli uffici comunali) di segnalare i colleghi corrotti.

Il "Whistleblowing" è caratterizzato da un sistema di criptazione dei dati del segnalante e del segnalato (sia esso persona o fatto): i dati criptati potranno essere letti e decifrati solo da un responsabile anticorruzione o dalla magistratura.

Il "Whistleblowing" funziona così in modo piuttosto semplice: le irregolarità passano direttamente dal segnalatore ai responsabili, che saranno nelle condizioni di prendere provvedimenti.

Stando a quanto ipotizzato, il Comune vorrebbe anche integrare una funzione per coinvolgere anche i cittadini, ma attualmente il software riguarda, come già accennato, soltanto consiglieri, assessori e tutti coloro che lavorano negli uffici comunali.

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