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Una lettera al sindaco Orlando: "la mia Palermo è cieca"

Dopo il pensiero dolce della hostess Carola Manzella la parola passa alla diciassettenne Monica Auteri, che espone il suo punto di vista più critico e pungente

  • 6 novembre 2014

Il punto di vista della hostess Carola Manzella ha generato un'ondata di pareri contrastanti. La parola passa adesso alla diciasettenne Monica Auteri, che alla Palermo che acceca risponde con una Palermo cieca, che non mette a fuoco i bisogni dei suoi cittadini.

Gentile sindaco Orlando, il mio nome è Monica, ho diciassette anni e fino ad ora ho sempre vissuto a Palermo. Scrivo "fino ad ora" perché appena avrò la possibilità me ne andrò. Me ne andrò da una città in assoluto degrado ormai da anni.

Palermo è stata terra di molti scrittori, musicisti importanti; basti pensare a Giuseppe Tomasi di Lampedusa o Alessandro Scarlatti. Ma non solo: grandi uomini contemporanei come Falcone e Borsellino.

E adesso? È una città trascurata sotto ogni punto di vista: i monumenti non vengono valorizzati, si inizia una cosa ma non la si conclude mai (la strada per il discusso tram è in cantiere da troppo), vengono aperti luoghi senza fare i dovuti controlli (il parco Ninni Cassarà). Ci sono il lungomare in via Messine Marine, da sempre sporco, inquinato, mai stato bonificato e le strade trafficate senza mai un vigile. E i servizi pubblici che non funzionano.

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Una città in cui le autorità sono assenti, dove si rischia di essere rapinati alla stazione o in via Perez - vogliamo ricordare le otto donne aggredite nel giro di pochi giorni? - una città dove quando succede qualcosa si risponde nenti sacciu e nenti vitti, dove regna sempre l’omertà.

Una città con cittadini incivili che sporcano le strade giustificandosi dicendo tanto era già sporca prima. Palermo potrebbe diventare una delle città più belle d’Europa: abbiamo il mare, i monumenti l’arte, la tradizione siciliana. Abbiamo uomini come Mimmo Cuticchio che potrebbe far innamorare chiunque della cultura siciliana attraverso i suoi pupi.

Abbiamo grandi musicisti, grandi ricercatori che sono costretti ad andarsene al Nord perché qui non vengono valorizzati come meriterebbero. In una città in cui l’ignoranza e l’omertà regnano sovrane, io confido ancora nella forza delle parole, che spero possano cambiare almeno la mentalità della gente.

Ma abbiamo bisogno di una risposta. Di un aiuto concreto da parte delle autorità e del sindaco per riportare Palermo al suo splendore.

Confido nella sua sensibilità.

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