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Giornata della Lentezza: al via le adesioni

Un appello ad associazioni, circoli culturali e cittadini per organizzare iniziative che esaltino i vantaggi dell’essere "lenti" in una società sempre più caotica

Fabio Vento
Web developer e giornalista
  • 14 febbraio 2011

Una giornata per riscoprire la “lentezza” come occasione di convivialità, di igiene mentale, di armonia con la natura e con gli altri: è la “Giornata Mondiale della Lentezza”, come ogni anno organizzata dall’associazione “L’arte del Vivere con Lentezza” di Bruno Contigiani. Quest’anno l’evento cade lunedì 28 febbraio, con una manifestazione principale a New York e tante altre in tutto il mondo; anche stavolta associazioni, circoli culturali e semplici cittadini sono invitati a organizzare, ciascuno nella propria città, iniziative che «invitino a riflettere sui danni economici, ambientali e sociali del vivere a folle velocità», e nel contempo esaltino i vantaggi del riuscire a “rallentare” e a prendere tempo per sé stessi.

Queste potranno comprendere reading, esibizioni teatrali e musicali, incontri, momenti esperienziali, o anche semplicemente, nella tradizione che inaugurò l’evento anni fa, piccoli sit-in cittadini dove improvvisati “vigili della lentezza” multano i passanti troppo frettolosi. Tante città in Italia e all’estero hanno già espresso la propria adesione, ma Palermo è ancora “scoperta”: per maggiori informazioni sull’evento è possibile consultare la pagina www.vivereconlentezza.it/taxonomy/term/68.

L'associazione “L'arte del Vivere con Lentezza” è un'organizzazione di volontariato che ricerca il benessere delle persone incoraggiando stili di vita fondati sulla “lentezza”. Lentezza come strumento per riscoprire il valore delle cose: «In un mondo sempre più votato alla velocità e alla complessità, rallentare a livello individuale è il primo passo per poter vivere meglio, superare le difficoltà, vincere la paura dell'incertezza, trovare soluzioni e recuperare la fiducia nel futuro, anche in momenti di grave crisi economica come quelli che stiamo vivendo».

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