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Che ne sanno gli Orfei: il vero spettacolo (pure gratis) è un mercatino a Palermo

Il mercatino – rigorosamente declinato al diminutivo anche se si estende per 14 km – è un vero e proprio circo. Un circo giornaliero sparso per la città

  • 8 giugno 2019

Il mercato di Ballarò a Palermo

Il mercatino è una vera e propria magia palermitana. Non prendiamoci in giro, tutti andiamo al mercatino o ci siamo andati almeno una volta.

Il mercatino – rigorosamente declinato al diminutivo anche se si estende per 14 km – è un vero e proprio circo. Un circo giornaliero sparso per la città. Ogni rione ha il suo mercatino, e pensa che quello del proprio quartiere sia il più bello e ricco di tutti, che si trovano occasioni ed offerte che in nessun altro posto.

Io lo vedo come un circo da qualsiasi visuale lo guardo. Moira Orfei, per certi versi, può solo accompagnare. "Il circo è uno spettacolo dal vivo articolato in varie esibizioni di abilità fisica, detti numeri, svolto generalmente in una pista circolare, ma anche diffusamente, nel corso dei secoli come nel panorama attuale, su una scena frontale. Gli spettacoli del circo hanno luogo sotto il tendone, in appositi edifici (circhi stabili), così come all'aperto o in sale teatrali regolari o anche in sale abbastanza grandi".
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Orbene se questa è la definizione di wikipedia della parola circo, io direi che essa è esattamente trasponibile alla parola mercatino a Palermo.

Iniziamo dalla preparazione del mercatino. Si comincia ad allestire in piena notte, quando tutti dormono e le luci sono ancora spente. Ricordo tanti venerdì sera passati ad accompagnare una mia amica a casa, nei pressi di piazzale Giotto, e già alle tre del mattino dover fare lo slalom tra i vari "tendoni".

Si perché alcune bancarelle sono dei veri e propri tendoni da dover montare e smontare ogni santo giorno.

Così, nella notte, piano piano, ogni addetto del mercatino va ad occupare il posto di suolo pubblico al fine di assicurarsi la postazione migliore. La mattina ti svegli e trovi già tutto perfettamente montato ed allestito ed è così che inizia lo spettacolo ad ingresso gratuito.

Proprio come il circo, anche il mercatino si suddivide in tempi, spettacoli, intervalli e magie. La fase di apertura è sempre molto soft. La merce distesa nelle bancarelle è stata disposta meticolosamente in modo ordinato e puntuale ed ogni stand propone il suo spettacolo e i suoi personaggi.

Abbiamo l’intervallo immancabile: caffè ambulante. Come il ghiacciolo all’arancia dello stadio o i pop corn del cinema, all’intervallo del mercatino ti prendi il caffè. Quella camionetta con sopra la macchinetta del caffè si aggira tutta la mattina tra le bancarelle e la folla di gente. E’ itinerante ma sempre pronta a soddisfare le esigenze della folla in delirio.

Abbiamo l’acrobata. L’acrobata è colui che per soddisfare l’esigenza della signora più insistente si arrampica come una scimmia per prendere l’ultima magliettina appesa proprio lì in alto. Si perché la signora vuole proprio quella.

Il mago. Lui è il mio preferito. Sono quelli che ti vendono le cose più impensabili ed improbabili ma hanno una capacità comunicativa talmente elevata da farti acquistare qualsiasi cosa; dal pela patate al rimuovi peli per finire al trita-tutto in sette modi diversi. Questa qualsiasi cosa il 90% delle volte in cui torni a casa e la provi non funziona. Sa farla funzionare solo il mago.

Come ogni circo che si rispetti, arriva il momento in cui decidono di metterti alla prova. Gli serve una cavia, scelta direttamente dal pubblico. Se non ci sono volontari, saranno loro a sceglierti: “signorina, assaggiasse sta oliva e mi dica se non è buona!” oppure “Glielo garantisco io, poi la settimana prossima me lo viene a dire se non è buono questo broccolo!”

Altro step obbligatorio al mercatino palermitano è lo sfincionaro. Che fa, durante la passiata non te lo prendi un pezzo di sfincione cavuro cavuro appena sfornato? Certo che si.

Poi ci sono i personaggi itineranti, privi di stand. A rifletterci bene sono quelli che mi piacciono di più per la tipologia della merce offerta: il caffè di cui si è detto, il basilico (tre mazzi un euro), l’aglio e, inspiegabilmente, le federe dei cuscini.

E così come al circo scambi riflessioni sullo spettacolo tra uno show e l’altro, anche al mercatino fai lo stesso. Con la signora vicino, che mentre siete allo stesso stand, ti guarda, ti sorride e ti dice: "Vedi che buono è. Questo è il migliore della città". Lei si che è veterana.

Ultima ma non ultima, caratteristica del mercatino palermitano, che lo differenzia da qualsiasi altro mercatino sono le “abbanniate”. Si nel mercatino a Palermo si urla, si compongono rime alternate e baciate, si creano canzoni accattivanti.

Mi è capitato più volte di passeggiare tra altri mercati "del nord" – non mi azzardo neanche a chiamarli mercatini – ed una delle caratteristiche che più mi ha sconvolto è proprio il silenzio.

Come ogni circo che si rispetti, quando finisce, non rimane altro che qualche scatola di popcorn per terra e qualche palloncino di bambino esploso accidentalmente. Anche il mercatino, come il circo, lascia le tracce di sé, ma come la vita dei circensi, anche quella dei mercatari è itinerante e fugace.
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