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È in un posto strategico e mozzafiato: l'unico castello in Sicilia dei Cavalieri Teutonici

Il fortilizio nasce come "marhala" per offrire ospitalità ai viandanti. Qui l’architettura e la geologia si fondono diventando parte integrante del paesaggio stesso

Marco Giammona
Docente, ricercatore e saggista
  • 20 febbraio 2023

Il Castello della Margana in Sicilia (foto di Filippo Barbaria)

Unica testimonianza sino ad oggi ritrovata in Sicilia di architettura militare dei Teutonici è il castello della Margana, che costituiva il punto di forza del sistema di controllo del territorio e delle vie di comunicazioni affidato ai cavalieri da Federico II.

Il castello in passato denominato come “castrum” o “fortilicium” o “petra Marganae” è posto lungo la strada provinciale Vicari-Prizzi, vicino al borgo “Portella della croce”, presentando tutte le caratteristiche tipiche del castelletto feudale arroccato, in cui l’architettura e la geologia si fondono diventando parte integrante del paesaggio stesso.

In questa posizione, spettacolare e strategica, il maniero si erge maestoso sulla sommità di una roccaforte naturale alta circa 465 metri s.l.m., accessibile solo da una gradinata che si sviluppa in tre lunghe rampe scavate nella roccia, al centro di quello che fu un tempo un vasto feudo della Commenda della Magione, nel vallone dove scorre il fiume di Prizzi che lì diventa torrente Morgana, costituendo un valido punto di osservazione insieme ad un ampio sistema di difesa collegato ai vicini castelli di Vicari, Caccamo e Caltabellotta.
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Il fortilizio nasce come “marhala”, cioè come ostello per offrire ospitalità a chi percorreva la strada che ancora oggi, passando dalla Margana, collega Vicari e Prizzi.

Nel maggio 1150 Re Guglielmo I fece dono di alcuni fiorenti casali all’Ospedale di San Giovanni Battista dei Lebbrosi di Palermo tra cui quello di Margana con 31 villani, e di Realginet (quest’ultimo nel territorio di Corleone) con 23 villani fissandone con cura i confini, come risulta da una trascrizione del Mongitore: «Et in super concedemus, et dona musei dem Hospitali Casale Marganae, quae est in contradae Bicari».

Anche nel 1154 il geografo arabo Muhammad Idrisi, nel descrivere i territori conquistati dal re Ruggero II incontra il territorio di Margana e così ne parla: «Il suo fiume, che è quello di Termini […] si spinge oltre verso Margana, rimanendo tuttavia lontano un miglio a nord di questo casale, che dista quattro miglia da Prizzi.

Proseguendo il suo corso giunge fin sotto Vicari, gli rimane discosta un miglio a destra; da Margana a Vicari corrono tre miglia». Nel 1197 Enrico VI, dopo aver cacciato dalla Sicilia i Cistercensi, concede il monastero della SS. Trinità della Magione con tutti i suoi beni all’ordine dei Cavalieri Teutonici, che vi stabilivano la “mansio” (dimora) dell’Italia meridionale. Nel 1258 secondo quanto riportato dal Fazello, i Teutonici rivendicano anche il possesso del feudo di Margana e vi fondarono la chiesa della SS. Trinità e un castello.

Sempre riguardo alle origini del castello il Mongitore riferisce che con un diploma del 14 novembre 1351, Manfredi Chiaramonte, Vicario del Regno di Sicilia, concede, a nome del re Ludovico d’Aragona, al precettore della Magione, Giovanni di Mincimberga, la licentia aedificationis, ossia la facoltà di costruire una torre nel territorio di Margana per la salvezza e la difesa dei frati e delle persone abitanti nel detto feudo.

Dunque la vera origine del castello si potrebbe far risalire a tale data (1351) e nella torre di cui si parla si potrebbe riconoscere, sia per i suoi caratteri tipologico-costruttivi, sia per la sua posizione strategica, un corpo di fabbrica di forma rettangolare, ancora oggi esistente, posto sul punto più alto della rupe rocciosa in direzione ovest.

Nel 1430 viene data al “mastro” Tommaso Fadaluni la direzione dei lavori di ampliamento relativi alla costruzione di un muro di cinta “un baglum circum circa dictum castrum”, largo tre palmi e alto tre canne, di una porta “ad voltam de cantonibus intaglatis” nel baglio e di una torre sopra la porta di detto baglio, e qualche anno dopo, nel 1435 i Teutonici ottengono da Alfonso V d’Aragona la licentia populandi per costruire un villaggio ai piedi del castello, anche se tale concessione rimarrà senza esito.

Solo dopo il 1492 con l’abolizione dell’Ordine Teutonico infatti, il castello abbandonerà lentamente le caratteristiche militari e si trasformerà in un centro prevalentemente a carattere economico.

Il castello, nel suo nucleo principale, si presenta come un volume articolato ed è costituito da ambienti sottomessi e scavati nella roccia, alcuni sviluppati su più piani, altri addossati a strutture esistenti, altri modificati a seconda delle esigenze che via via si manifestavano.

L’originario impianto sembrerebbe essere costituito dalla torre rettangolare posta sul punto più alto della rupe e nota come “Sala del trono”, alla quale si accede dopo aver oltrepassato un portale a sesto acuto, la cui edificazione, non si è certi se attribuirla al 1258, come riporta lo storico Fazello, o al 1351, come riporta il Mongitore.

Si accede ad essa da uno dei due lati corti, attraverso un modesto portale a sesto acuto, sul cui concio di chiave è sovrastato da tre stemmi teutonici: il primo rappresenta la croce tipica dell’ordine, il secondo la croce con l’aquila e il terzo un leone rampante.

L’ambiente interno è costituito da un unico vano, illuminato solo da due feritoie fortemente strombate e aperte verso valle. Nel castello vi erano anche una cappella a pianta rettangolare, priva di finestre, dove si conserva un affresco con le nozze mistiche di Santa Caterina e Santa Alessandra, attribuito al famoso pittore palermitano Tommaso de Vigilia.

E anche diversi ambienti come la “Panetteria” e la “Dispensa” al primo livello e le “camere dei frati Teutonici” al secondo livello, una “camera municionis”, uno “stabulo” (stalla, scuderia) ed una “domus curatoli” (dimora del curatore, amministratore).

Al di fuori del perimetro del castello nel 1688, veniva eretta la chiesetta dedicata a “S. Maria de Alemanna” ed altri corpi di fabbrica adibiti a granaio e stalla che si incontrano lungo la strada che conduce al castello.

Altre strutture hanno completato la metamorfosi del castello medievale in una suggestiva masseria fortificata, lasciata in un mediocre stato di conservazione. Ad oggi il Castello della Margana è di proprietà privata e attualmente risulta disabitato.

Come raggiungere il Castello: Da Palermo: strata statale 121 per Agrigento, uscire a Vicari. Dopo pochi km prendere a destra per Prizzi, e dopo circa 10 km, al bivio di Portella della Croce, girare a sinistra, si raggiunge il Castello di Margana dopo circa 2 km.
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