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Ieri come oggi continua a dare "piacere" a tutti: chi era Maria, detta "A Trimmutura"

Tra storia e leggenda la Trimmutura è sempre viva nella memoria collettiva di Palermo. Riecheggia tra i vicoli ed è ricomparsa con una birra artigianale

Balarm
La redazione
  • 20 febbraio 2021

Se è stato definito il “mestiere più antico del mondo” un motivo ci sarà.

Neanche la pandemia tutt’oggi, stando alla cronaca, tra divieti e rischio di contagi, ha fermato l’attività delle “donne di compagnia”.

Se l’attività, dunque, non è certo tra i mestieri scomparsi c’è, però, una sostanziale differenza tra la prostituzione di ieri e quella di oggi.

Lasciando da parte sorrisini di circostanza e facili battute è la storia - almeno a Palermo - ha sostanziare questa considerazione.

Chi, infatti, in qualche modo si è inoltrato tra i vicoli del centro storico in città avrà, prima o dopo, sentito pronunciare un nome - o meglio una “inciuria” come si suol dire - che riguarda proprio una prostituta rimasta nella memoria collettiva.

Si tratta della mitica Trimmutura che, a quanto si racconta, sarebbe arrivata alla ribalta tra gli anni Sessanta e Settanta, insieme alle “colleghe” Nicoletta, Sabella, l’Acrobata, la Sciancata, ‘a Scimiuna, per citarne alcune.
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Difficile che oggi - per tanti motivi - una prostituta rimanga così indelebile nella memoria di clienti e tramite passaparola.

Tra l’offerta - che a volte supera la domanda - che arriva da finti centri benessere, webcam operative h24, fino alle escort di lusso (che non tutti possono permettersi), canali, numerosissimi, che di certo non esistevano nel dopoguerra, è difficile riuscire a spodestare la concorrenza e rimanere nella storia.

Il fenomeno della prostituzione, con tutte le varianti culturali e sociali date dalle diverse epoche, a Palermo rappresenta una fetta di storia non trascurabile tanto da essere diventato materiale per visite guidate condotte nelle stradine battute, come si suol dire, da queste donne e per libri di grande impatto.

Tra i tanti, ad esempio, “Puelle… non donne di provincia” (2006), un progetto ambizioso realizzato dal giornalista Lucio Luca che ripercorre la storia della prostituzione dalle Veneri ericine del periodo greco-romano alle escort contemporanee, che prendono appuntamento con i clienti direttamente sul web.

Anche Luca ovviamente - che apre il libro con una “chicca” ovvero una prefazione scritta dalla più anziana prostituta della città, la “zia Nina” che a 88 anni, per la prima volta, ha raccontato la sua vita e le circostanze drammatiche che negli anni Trenta la trasformarono in donna di piacere - parla della indimenticata “Trimmutura”, considerata la regina della strada, soprattutto dopo la chiusura delle case per appuntamento.

Ma chi era questa donna rimasta nei ricordi di generazioni, anche di chi non l’ha mai conosciuta?

A cominciare dal periodo in cui svolse la sua attività tanti sono i dubbi: c'è chi dice che abbia vissuto a Palermo ai tempi delle case chiuse, chi dice che abbia vissuto negli anni Sessanta ma lavorato fino agli anni Ottanta, tra la zona del Porto e il mercato del Capo.

Secondo il sentito dire il suo nome era Maria ma molti, chissà perché, la riconducono ad una certa Nicoletta - forse una collega con cui viene erroneamente scambiata, ma si sente di frequente dire: «Ma chi, Nicoletta a Trimmutura?».

Sempre sul “nomignolo” diverse sono le informazioni riportate.

C’è chi dice che avesse una protesi ad una gamba, a seguito di un incidente, e dunque fosse lenta nel camminare e, come si dice a Palermo, andasse “a tre”.

C’è chi, invece, riporta il nome in merito al ripetuto numero di prestazioni che Maria riusciva a svolgere quotidianamente, oltre al fatto di essere considerata una donna molto emancipata - la prima probabilmente a lavorare per strada - e disinibita più che mai nelle fantasie amatorie (non concesse nelle case chiuse).

Come tutte le storie, che sanno di leggenda, il mistero continuerà a rimanere insoluto, e in fondo va bene così anche perché, nonostante i punti interrogativi e le informazioni contrastanti di certo questa donna continua ad essere viva nella storia della città.

Non a caso, proprio con il nome di “Trimmutura”, qualche anno fa è stata battezzata addirittura una birra artigianale, prodotta oggi in tre stabilimenti in Italia, di cui uno nel Messinese.

L’idea è venuta a quattro palermitani, non a caso, tre ingegneri e un medico che accanto al nome Trimmutura hanno aggiunto, fedeli alla storia, la dicitura “Passione siciliana”.

E allora lunga vita alla Trimmutura, ovunque sia e chiunque sia stata, è colei che anche attraverso una birra ghiacciata, continua a dare piacere a tutti.
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