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Il capitano Alexander Hardcastle: l'inglese che scoprì i tesori nella Valle dei Templi

Un esempio straordinario di come la passione, la dedizione e la generosità di un uomo possano conservare il patrimonio culturale per le generazioni future

Elio Di Bella
Docente e giornalista
  • 27 gennaio 2024

La statua di Alexander Hardcastle nella Villa Aurea (Valle dei Templi)

Poco più di cento anni fa arrivò ad Agrigento un capitano della Royal Navy britannica che rivoluzionò la storia e il paesaggio della Valle dei Templi.

Alexander Hardcastle, questo il suo nome, è stato un personaggio le cui passioni, risorse e dedizione vengono ancora oggi celebrate nella Città dei Templi.

Nato a Londra nel 1872 in una famiglia benestante, Hardcastle intraprese il servizio militare nella Royal Navy, acquisendo competenze tecniche che avrebbero successivamente trovato applicazione nei suoi progetti archeologici in Sicilia.

Tra il 1903 e il 1907, raggiunse il grado di capitano e, dopo un breve periodo di pensionamento, fu richiamato in servizio con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. La sua carriera militare fu segnata da prestigio e riconoscimenti, ma fu dopo il conflitto che la sua vita prese una svolta significativa verso l'archeologia e la filantropia.

Il capitano Hardcastle approfittò dell’invito del proprietario dell’Hotel Belvedere, Cesare De Angelis, per visitare Agrigento e la Valle dei Templi. Quel soggiorno fu per lui così piacevole ed ammaliante da spingerlo a fissare a Girgenti la sua dimora, anche perché era in cerca di un luogo con un clima mite ove rigenerarsi.
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Il due maggio del 1921 acquistò una Villa tra il tempio della Concordia e quello di Ercole. Chiamò la Villa Aurea perché si trova nei pressi di porta Aurea.

A Girgenti visse il periodo più bello della sua vita come ebbe a dire a diversi suoi amici e suoi ospiti, tra i quali Luigi Pirandello che venne spesso invitato a Villa Aurea per un the.

L’acquisto della Villa non fu solo un investimento immobiliare, ma l'inizio di un impegno profondo e appassionato per la conservazione e il restauro del patrimonio archeologico di Agrigento. Hardcastle infatti finanziò, pianificò e promosse una serie di scavi e restauri che trasformarono la Valle dei Templi, inserendo Agrigento nei circuiti culturali internazionali.

Il suo lavoro in stretta collaborazione con l'archeologo Pirro Marconi e il supporto del soprintendente alle antichità classiche della Sicilia, Paolo Orsi, portò alla luce tesori inestimabili.

Abbiamo il restauro del Tempio di Eracle, i primi scavi nell'abitato di contrada San Nicola, di uno dei tratti più monumentali delle fortificazioni greche, la cosiddetta 'opera a tenaglia presso Porta I, gli scavi presso il santuario di Demetra sulla Rupe Atenea e del santuario rupestre, la scoperta del sacello arcaico di Villa Aurea, il Santuario delle Divinità Ctonie nell'area ad Occidente del tempio di Zeus.

Hardcastle dedicò infatti la sua fortuna alla valorizzazione dei siti archeologici agrigentini.

Le otto colonne del Tempio di Ercole, innalzate grazie al finanziamento di Hardcastle, costituirono uno dei suoi più importanti traguardi: riportare alla luce strutture dell’antica Akragas che per secoli erano rimaste sepolte o in rovina. Egli contribuì significativamente alla vita della comunità di Agrigento, portando elettricità e acqua nella Valle e promuovendo la valorizzazione del Museo Civico.

La sua generosità non si limitò alla Valle dei Templi; contribuì alla conservazione di importanti edifici storici della città e alla diffusione della cultura e della storia di Akragas in Inghilterra, inviando copie dei reperti al British Museum. Anche i lettori inglesi seguivano dalle colonne dei maggiori giornali le imprese del mecenate Hardcastle che finì in copertina sul Times, con i templi alle spalle, promuovendo così indirettamente la nostra mitica Valle.

La sua munificenza si estese al miglioramento delle infrastrutture locali, contribuendo notevolmente al tessuto sociale ed economico di Agrigento. Qualcuno ha provato a fare dei calcoli, stabilendo che l'inglese ha speso un decennio circa un milione di lire del tempo. Nonostante il successo dei suoi progetti, Hardcastle affrontò periodi di difficoltà finanziarie, culminati nel crollo della banca inglese dove aveva depositato i suoi averi.

Questo colpo duro lo portò alla rovina, costringendolo a vivere i suoi ultimi anni in condizioni di estrema indigenza. Questo evento lo portò alla rovina, costringendolo a vivere i suoi ultimi anni in condizioni di estrema indigenza.

Vendette tutti i suoi beni, prendendo in prestito denaro dagli amici per continuare i lavori. Alla fine, in bancarotta, fu costretto a vendere persino la sua casa, Villa Aurea. Si ritiene che abbia subito un crollo mentale. Il 27 giugno 1933 morì in manicomio ad Agrigento, all’età di 60 anni. Il suo lascito sopravvisse alle avversità, grazie alla determinazione e alla passione che aveva dimostrato per la Valle dei Templi.

Nonostante gli anni di oblio postumi, la figura di Hardcastle è stata gradualmente riscoperta e valorizzata grazie all’impegno dell’associazione Cepasa, diretta da Paolo Cilona, che ha organizzato convegni, curato la pubblicazione di testi e ricorda Hardcastele ogni anno, nel giorno anniversario della scomparsa con una commemorazione presso la tomba del mecenate, mantenendone così vivo un meritato ricordo da parte degli Agrigentini.

Il ruolo come mecenate e archeologo di Hardcastle è stato riconosciuto ufficialmente, e la Valle dei Templi, che oggi è Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO, testimonia la grandezza del suo impegno.

Hardcastle è stato insignito del grado di Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia. Una sala del Museo archeologico di Agrigento porta il suo nome, a testimonianza del profondo impatto che ebbe sulla conservazione del patrimonio culturale siciliano.

Il contributo di Alexander Hardcastle alla Valle dei Templi di Agrigento è un esempio straordinario di come la passione, la dedizione e la generosità di un individuo possano trasformare e conservare il patrimonio culturale per le generazioni future.

La sua storia è una testimonianza dell'amore profondo e del rispetto per la storia e l'arte che continua a ispirare.
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