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Due secoli di musica per la Sinfonica "Giuseppe Verdi"

  • 6 novembre 2006

Doppio appuntamento (e due diversi programmi) per la stagione degli “Amici della Musica” al Teatro Politeama Garibaldi di Palermo con l’Orchestra sinfonica di Milano “Giuseppe Verdi” diretta da Marko Letonja e il pianista Benedetto Lupo: lunedì 13 novembre (turno pomeridiano delle 17.15) si ripercorrerà il romanticismo ottocentesco nelle composizioni di Schubert, Schumann e Ciajkovskij; martedì 14 novembre (turno serale delle 21.15) sarà la volta della modernità novecentesca di Berio, Rachmaninov e Stravinskij. Dalla collaborazione tra il direttore sloveno e la Sinfonica milanese con l’affermato pianista barese scaturisce un intenso sforzo artistico che farà rivivere nei due giorni due secoli di musica orchestrale attraverso alcune delle più significative produzioni.

Nel primo incontro le “Sei Danze Tedesche D 820” che Franz Schubert compose in origine solo per pianoforte nel 1824 saranno eseguite nella rielaborazione per orchestra sinfonica che ne fece Anton Webern nel 1931. Il “Concerto per pianoforte ed orchestra in La Minore op. 54” di Robert Schumann (datato 1845), decritto dall’autore come «un qualcosa a metà tra la sinfonia, il concerto e la grande sonata», è ritenuto dalla critica uno dei lavori più riusciti del compositore tedesco. Nell’equilibrio tra l’elemento pianistico e l’orchestrale, che fa sì che nessuno dei due predomini mai sull’altro, l’opera è una sintesi della poetica schumanniana nel suo alternare momenti eroici ed impetuosi ad altri di grazia seducente o dai toni quasi fanciulleschi.

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La “Sinfonia n. 6 in Si Minore” (nota come “La Patetica”), ultima opera di Piotr Ilic Ciajkovskij, eseguita per la prima volta a Pietroburgo nell’ottobre del 1893 pochi giorni prima della sua morte fu per il maestro russo un modo di ripercorrere le gioie e i dolori della sua vita: la summa del suo pessimismo pervade tutta la composizione, ed anche nei momenti più energici e frenetici aleggia un’atmosfera cupa e malinconica che sfocia nella calma rassegnata dell’Adagio Lamentoso finale.

In programma per il secondo appuntamento un’altra opera del patrimonio sinfonico russo che debuttò a Parigi a venti anni di distanza dalla “Patetica”, nel 1913: “Le sacre du printemps” (La sagra della primavera) di Igor Stravinskij alla prima esecuzione fu un «colossale scandalo per una società ancora immersa nella bella époque» e non ancora preparata ad un tale «scatenamento di violenza sonora» evocante le forze primordiali della natura pagana e ad una «musica tanto amelodica e aromantica». Col senno di poi, le invenzioni ritmiche e il trattamento delle dissonanze e delle sovrapposizioni fanno della “Sagra” uno dei simboli dell’avanguardia musicale d’inizio novecento e una delle opere più importanti di tutto il ventesimo secolo.

Il “Concerto n. 3 in Re Minore per pianoforte ed orchestra op. 30”, composto da Sergej Rachmaninov nel 1909, è connotato da una spiccata enfasi lirica e da una forma ritmicamente precisa, ed è forse il più grandioso dei quattro concerti firmati dal pianista e direttore russo naturalizzato americano. Con le “Quattro versioni originali della ‘Ritirata notturna di Madrid’ sovrapposte e ritrascritte per orchestra” sarà eseguita la rilaborazione che Luciano Berio operò nel 1975 su una partitura di Luigi Boccherini (il movimento finale del Quintetto n. 60 dal titolo “La musica notturna delle strade di Madrid”, del 1780) sovrapponendo alcuni tra i temi principali della scrittura originaria, a testimonianza dell’interesse di Berio per la trascrizione quale elemento costante dell’attività creativa. Il costo del biglietto per i non abbonati è di 30 euro (intero), 20 euro (ridotto) o 10 euro (anfiteatro).

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