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Elle Arte: sguardi e luoghi tra pittura e poesia

  • 13 giugno 2005

Numerosi artisti nel corso dei secoli hanno accolto suggestioni da quello sterminato repertorio di immagini ed emozioni fornito dalla parola poetica di tutti i tempi, in qualche caso elevandosi essi stessi a poeti, e in più occasioni si è realizzata una vera mistura fra diversi campi artistici, sia per fini sperimentali, sia per la concreta frequentazione, talvolta amicizia, fra artisti figurativi e scrittori. E quando il binomio pittura-componimento poetico è indotto da un mediatore? Ecco nascere la collettiva “Di sguardi, luoghi. Di ombre –nel verso, nella pittura”, in corso a Palermo fino al 25 giugno alla Galleria Elle Arte, in via Ricasoli 45 a Palermo (tutti i giorni escluso festivi e lunedì mattina, ore 10/12.30 e 17/19.30; catalogo Elledizioni in omaggio ai visitatori), ideata e curata da Aldo Gerbino ed organizzata in occasione del VII anniversario di attività della Galleria. Ventotto artisti italiani e stranieri hanno accettato la sfida di lasciarsi ispirare da poesie segnalate loro da Gerbino e scelte in un repertorio che abbraccia circa un millennio. Le ventotto opere, di identico formato e quasi tutte del 2005, condividono lo spazio espositivo con le liriche di riferimento, che rafforzano così i contenuti emozionali dei dipinti, mentre la fruizione poetica si arricchisce dell’elemento visivo. Nel confronto con il testo poetico, ogni pittore ha reagito secondo modi personalissimi, rivendicando comunque la piena libertà della creazione artistica. Ogni pittura, pur scaturendo dal verso, lo trascende nella propria autosufficienza, nell’originalità dello stile di ogni autore. In varie opere il legame fra tela e poesia è giocato più sul piano di sollecitazioni sensoriali affini: colore e segni, in una dialettica non sopita tra figurativo e informale, forniscono un possibile sviluppo visivo dei versi nelle tele di Mulas, Provino, Bartlett, Trapassi e Fell.

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Altrove lo stimolo poetico è tradotto in figurazioni che comunicano l’essenza, l’anima della particolare poesia: il paesaggio subacqueo di Denaro è uno scrigno di tesori naturali, quella ricchezza della costa trapanese rimpianta dal Napoli nella sua lirica, e nell’ambiente rappresentato dalla Triolo ogni oggetto pullula di identica vita, rimandando ai tremori, ai gemiti, al canto delle “piccole cose” della poesia di Marrone. “Solitudine I” di Morina si condensa nella isolata figura di spalle nella tela di Tosini, e un silenzio quasi sacro rivive nelle modulazioni luminose del dipinto di Franke, ispirato al “Tempio serrato” di Palazzeschi. Simili considerazioni valgono per le opere di Nucci, Gromo, Catherine e Montalbano. Alcuni autori non hanno rinunciato alla “citazione” della parola poetica: è il caso di Caruso, Cano, Modica, Campi, Lo Manto, Caputo, Ceccotti e Tonelli. Fortissima poi la corrispondenza di pittura e poesia, tanto nei soggetti quanto nei toni, con la tecnica mista di Tavernari, ispirata alla deliziosa “Rio Bo” del già citato Palazzeschi, e l’olio della Feudo, che ricalca quasi alla lettera “La Preraffaellita” di Gozzano. Altre volte la poesia è solo un punto di partenza per un “discorso artistico” più autonomo, come nella tela di Attardi, l’unica datata al 1999, e nelle opere della Kennel, di Orlando, di Pancino e della Musotto Piazza.

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