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Galleria Expa: come abiteremo domani?

  • 3 maggio 2005

Il titolo della mostra “Futura. Come abiteremo domani” porta ad una domanda: chi saremo domani? I 40 progetti corredati da altrettanti plastici che sono stati realizzati nel corso di un workshop promosso dalla galleria Expa di Palermo in collaborazione con la Facoltà di Architettura di Palermo e visibili fino al 15 maggio (Galleria Expa, via Alloro 97, tutti i giorni tranne il lunedì ore 10-13, 16-24, ingresso libero) cercano di dare alcune risposte.

Quindi, come abiteremo domani? Percorrendo la mostra “domani” risulta una nozione vaga. A volte sembra un domani molto vicino con una casa che è una lenta evoluzione di quella in cui già oggi viviamo. A volte è un domani lontanissimo in un mondo che sembra reduce da qualche catastrofe, con uomini che vivono in cellule minime ipogee. Un futuro che spesso non viene visto con molta serenità: una casa in cui chiudersi al riparo del mondo, una casa inquieta che più che interagire con noi è viva e più che automatizzata diventa quasi autonoma. Un futuro con accenti spesso angoscianti.

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Il tema è stato approfondito in sei diversi laboratori diretti da Teresa La Rocca, Emanuele Palazzotto, Marcello Panzarella, Michele Sbacchi, Andrea Sciascia, e Viviana Trapani che hanno affrontato aspetti molteplici e attuali: flessibilità, trasparenza, riciclaggio, ambiente, soglia. Si può scegliere tra la cellula minima in cui si vive isolato, un rifugio chiuso in cui stare solo con se stesso. Una società formata da tante cellule minime allineate, affiancate. Oppure la casa con più ingressi in cui vivere assieme ma liberi, indipendenti ma con spazi comuni in cui ritrovarsi.

Però a molte di queste case manca la poesia. Possiamo mai pensare che l’uomo di domani non ne avrà bisogno? Rispetto ai toni pessimistici di Teresa La Rocca e Michele Sbacchi, la casa realizzata dal laboratorio di Viviana Trapani dà speranza, una casa disponibile dotata di una grande poesia in cui ci si può rifugiare o stare assieme, sicuramente meno rivoluzionaria rispetto a tante proposte, anzi che appartiene già al presente ma è proiettata nel futuro.

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