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I problemi della maternità: torna il sociopsicodramma

  • 29 maggio 2006

Ruth, Noemi, Miriam e Deborah, tutte donne, tutte in qualche modo madri, tutte protagoniste di “Mia madre era così spirituale”, il secondo appuntamento della rassegna “Non solo Spettatore” curata dall’associazione culturale "Melarance" e patrocinata dall’Associazione Mediterranea di Psicodramma. Lo spettacolo, dedicato appunto al tema della maternità, andrà in scena l’1 e il 2 giugno alle 21.15 a Palermo presso Expa Galleria d'Architettura (via Alloro, 97). All’interno di “Mia madre era così spirituale” prenderanno vita, come dicevamo prima, quattro diverse figure femminili, ognuna madre sì, ma in modo differente. A dar voce alle quattro donne sarà Rosalia Billeci, psichiatra e psicoterapeuta, qui regista ed interprete di quattro monologhi di Arnold Wesker autore ebreo inglese contemporaneo.

I testi di Wesker tratteggiano in modo magistrale, sia per il tipo di linguaggio usato che per la profondità analitica, un universo femminile complesso e ricco, che si compone di madri single, di madri ora fallite ora felici o ancora di maternità mai realizzate. All’interno delle implicazioni psicologiche, culturali e sociali, delle trame inestricabili, gli spettatori, da genitori o da figli, potranno rispecchiarsi, identificarsi, trovare spunti di riflessione e così provare a comprendere e addentrarsi in questo mondo in maniera più nuova e consapevole.
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La piéce si inserisce all’interno di una rassegna che vuole da una parte, applicare le tecniche dello psicodramma, metodica professionale che mira ad approfondire la vita psichica attraverso l’azione teatrale, e dall’altra, intende favorire uno scambio comunicativo tra quanti appena partecipi di un evento artistico hanno voglia di approfondirlo e commentarlo. Seguirà la rappresentazione, infatti, (come in ogni evento della rassegna) un'esperienza di gruppo con gli spettatori, un momento di post-spettacolo in cui i partecipanti saranno diretti con tecniche di sociodramma da due esperti, uno con funzione di conduttore e uno con funzione d’osservatore.

Il tutto finalizzato a creare una nuova rappresentazione, che prende le mosse dai sentimenti suscitati nel pubblico dalla visione dello spettacolo. Gli spettatori interessati, potranno così parlare del proprio vissuto e metterlo al centro di un nuovo dramma, avendo la possibilità di salire in prima persona su un palcoscenico e mettere in scena se stessi. La scenografia e i costumi dello spettacolo sono affidati a Maria Francesca Billeci, la supervisione è di Pippo Mirando.
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