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Identità digitale e reale nella Sicilia post-moderna

L’identità digitale è figlia della comunicazione estetica post-moderna. Palermo e, la Sicilia tutta, non sono da meno al resto del mondo

  • 22 agosto 2012

Il virtuale seppur oltrepassandolo, nasce e si sviluppa dal reale, anche quando si tratta di identità personale. Ognuno in rete si presenta per ciò che è, nessun fraintendimento, se non l’accentuazione di se stessi. L’identità digitale è figlia della comunicazione estetica post-moderna. E per sapere, del tuo “Sé 2.0”, basta andare nei motori di ricerca, per capire ogni cosa di te. Le tue immagini, le notizie che ti riguardano, i profili nei vari social ed, altro ancora. Così, tu, ti presenti al mondo globale; rete libera ed accessibile a chiunque.

Palermo e, la Sicilia tutta, non sono da meno al resto del mondo. Esserci è indispensabile per promuovere se stessi, il proprio lavoro, le proprie abitudini. La propria vita.Tra spettacoli, mare, aperitivi e tramonti, nulla è sfuggito al caso. Migliaia di foto postate in rete, per raccontarsi. Abbiamo commentato il delirio della politica regionale nei vari post; ci siamo arrabbiati, abbiamo riso con amarezza per le loro dichiarazioni carnevalesche. Abbiamo capito che la rete è un mezzo per sentirsi liberi; per condividere idee, proposte e certezze.

I vari social network hanno quasi interamente annullato la linea di confine fra la vita online e la vita offline, portando il nome “reale” al centro della dinamica online, e realizzando il definitivo mescolarsi delle due realtà che, ora tendono a sovrapporsi e a confondersi. Ma è facile capire l’identità offline. Nessun siciliano, come nessun altro cittadino del mondo, si è rivelato diverso da ciò che si è nella vita reale. Facebook, in particolare, ha realizzato il principale segno di cambiamento, non solo nell’ambito dell’identità intesa come “il Sé”, ma anche a livello del concetto di gusto e di consumo.L’identità viene caratterizzata dai gusti e dalle preferenze - “mi piace”- sia in termini di costruzione identitaria, sia come strumento di mass marketing.

Tutti possiamo scegliere chi essere nel mondo della rete, in modo arbitrario e talvolta mistificato, ma saremo sempre identificabili nei nostri comportamenti. Sarà poi l’approdo nel mondo offline, nel condurci in dinamiche sociali, relazionali ed associative più lineari, dove l’interazione umana non potrà più essere controllata da un account, piuttosto che un blogger. Il risultato è la realizzazione di un processo sociale che sembra collettivo, ma in realtà è soltanto individuale. Si accresce in questo modo la propria personalità, basata proprio sull’individualismo reso dal consenso. Quindi, le identità digitali non sono altro che le credenziali appartenenti a ciascun Internauta.

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