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Il Teatro Massimo rende omaggio a Mozart

  • 23 gennaio 2006

Riprende con un tributo a Wolgang Amadeus Mozart la stagione opere e balletti della Fondazione Teatro Massimo, nell’anno dedicato ai festeggiamenti per la ricorrenza dei 250 anni dalla nascita del grande musicista. Sarà in scena, infatti, al Teatro Massimo di Palermo, il 25, 26, 27, 29, 31 gennaio e il 3, 4, 5 febbraio, “Il ratto dal serraglio” ("Die Entführung aus dem Serail"), Singspiel in tre atti, musica di Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791), libretto di Johann Gottlieb Stephanie der Jüngere. L’opera sarà diretta da Gabriele Ferro, e avrà come interpreti principali Desirée Mancatore, Anna Maria Dell'Oste, Jörg Schneider, Kurt Azesberger e Bjorn Kristinsson. La regia è di Stephen Medcalf, scene e costumi di Isabella Bywater, luci di Bruno Ciulli. Orchestra e Coro saranno quelli della Fondazione Teatro Massimo, mentre l’allestimento è a cura del Teatro delle Muse di Ancona e del Teatro Lirico di Cagliari. “Il ratto dal serraglio” appartiene ad un genere propriamente tedesco, quello del singspiel, in cui le parti cantate cedono il passo, di volta in volta, a vere e proprie parti recitate. Si tratta del primo lavoro al quale Mozart si dedicò dopo l'arrivo a Vienna, in un momento della sua vita quindi particolarmente felice, in quanto la capitale offriva all'artista l’agognata possibilità di vivere in un ambiente culturalmente stimolante. Il giovanissimo Mozart, allora venticinquenne, si lanciò con tutto se stesso e con grandissimo entusiasmo nella stesura della musica per un’opera tedesca, che tra l’altro si inseriva perfettamente nell’illuminato progetto culturale di cui l’allora imperatore Giuseppe II si faceva promotore.

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Quello, cioè, di contribuire alla formazione di una nuova forma mentis dell’uomo, che contribuisse a fargli superare pregiudizi e luoghi comuni che si nutrivano soprattutto nei confronti del “diverso” e dell’“altro”. La storia che viene narrata è quella del nobile Belmonte e del suo servitore Pedrillo, in cerca delle rispettive amate: Costanza e la cameriera Blonde. Le due donne si trovano prigioniere nell’harem del turco Selim Pascià. A far la guardia al serraglio del sultano si trova il vecchio Osmin, innamorato della cameriera Blonde e particolarmente scontroso nei riguardi degli stranieri. Tramite un escamotage, i protagonisti riescono comunque ad aggirare il controllo di Osmin e ad elaborare un piano di fuga. Vengono però scoperti e portati al cospetto di Selim. Il turco viene a sapere a questo punto che Belmonte è il figlio del suo più acerrimo nemico, che ha massacrato la sua famiglia e rubato le sue fortune. Selim, contro ogni aspettativa, non si vendica dei torti subiti: ha, infatti, tanto odiato il padre di Belmonte da non volerne replicare i metodi. Dunque tutti i giovani sono liberi e ripartono per far ritorno a casa. Invano Osmin protesta e strepita. I quattro europei lodano la saggezza e la clemenza del pascià, poi si allontanano verso la nave.

Mozart, regalando un’anima al turco del suo "Ratto", contribuisce al progetto illuminista di Giuseppe II, non dimenticando però del tutto il pregiudizio popolare. Nella sua opera, infatti, trovano posto sia il giusto Selim, sia il cattivo Osmin, il turco astioso, al quale Mozart dedica pagine ricche di vis comica. E cosí, con un occhio all’illuminismo dell’imperatore ed un orecchio alle cattive credenze popolari, Mozart crea il suo primo singspiel. La storia, quindi, scivola così senza grandi personaggi o drammatiche vicende ma è senza dubbio un capolavoro della musica. In partitura si susseguono un gran numero di arie solistiche, come era nella tradizione del singspiel, ma nelle mani di Mozart questi interventi solistici diventano una mirabolante galleria di personaggi dalla vocalità vivace e intensa. Vista l’ambientazione dell’opera, Mozart pensò anche ad una musica che avesse un sapore esotico, alla turca: con l’utilizzo di particolari strumenti come triangolo, grancassa, piatti e tamburino riesce, infatti, a conferire all’opera un inconfondibile colore locale. Tornando allo spettacolo, i biglietti per “Il ratto dal serraglio” hanno un costo che varia da 14 euro a 97 euro (turno prime) e da 12 euro a 77 euro (repliche) a seconda del posto occupato. Informazioni al numero verde 800655858 o biglietteria@teatromassimo.it. Il botteghino del Teatro Massimo è aperto dal martedì alla domenica dalle 10 alle 16. Nei giorni di spettacolo, apertura da un'ora prima a mezz'ora dopo l'inizio della rappresentazione.

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