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Keimverbreitung, The K Session

  • 15 febbraio 2005

Titolo: "The K Session"
Band: Keimverbreitung
Anno: 2004


Già dalla prima impressione ci si può attendere dal disco qualcosa di molto interessante; poi se si da un'occhiata ai nomi che hanno dato vita a questo lavoro si è ancora più sicuri del risultato. Le otto tracce del cd sono aperte da un brano, "Prey of Yamantaka", tenebroso ed inquietante. E' essenziale, diretto, che senza dubbio crea emozioni forti. Di tutt'altro registro è, invece, Fozzmo, secondo brano dell'album. A differenza del primo questa è una composizione rumorosa, improvvisa e squarciante come potevano essere i Velvet Underground in "European's son". Ed ecco nuovamente un senso di tranquillità con "Platysma". Sembra quasi essere di fronte ad un pezzo uscito direttamente dal repertorio di Christain Fennesz o dei Lightwave, ed invece è un prodotto prettamente palermitano! A seguire "Dort". Il segreto del pezzo è tutto nel riff iniziale. Un susseguirsi di note che fanno in modo che l'ascoltatore rimanga "ipnotizzato" e non riesca a non prestare attenzione all'evoluzione del pezzo. Se avete in mente il motivetto di "Profondo Rosso" potete capirecosa intendo...

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A smorzare il tono ci pensa "Amphitryon". Questo, forse, è l'unico brano in cui la struttura compositiva è più facilmente rintacciabile. Nel sesto brano, "Theridon", viene esaltata l'intensa voce di Valentina Barresi e si "respira" un aria quasi orientale. E non appena attacca la chitarra tutto sembra più chiaro. Alla conclusione del cd siamo condotti da "Arc De Cercle" e la più che mai "orientaleggiante" Sunflower Sutra". Difatti, non solo il nome, ma anche la musica conduce alla terra del sol levante. Sempre presenti, comunque, rumorismi e suoni che fanno del progetto Keimverbreitung qualcosa di particolare. Come detto all'inizio il risulato è ottimo e dopo l'ascolto del disco non si può che confermare ciò. Per chi ama la musica elettronica e le nuove sonorità non può che ascoltare uno dei nostri migliori prodotti.

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