ATTUALITÀ

HomeNewsAttualità

La triste Maratona delle reazioni. A cosa serve?

Le discussioni, le reazioni politiche e popolari sulla tragedia a poco servono. Sembra che ci si voglia giustificare, tutti, per la mancanza di attenzione...

  • 19 novembre 2012

Vincenzo Mutoli era un appassionato maratoneta. Era un iscritto dell'associazione "Fiamma Rossa", che raggruppa pompieri ed ex-pompieri. Faceva il barbiere e aveva un suo piccolo esercizio. Prima di tutto questo però, Vincenzo era un uomo di 46 anni, un marito, un papà. Un'immagine trovata su internet ci mostra un uomo vitale, sorridente, occhi vivacissimi.

Ieri la sua passione è stata la mano del destino: Vincenzo comincia a star male sull'asfalto di quella stessa strada che, in una domenica di novembre, voleva sfidare lealmente. Palermo è teatro dell'ennesima contraddizione. Un compagno di gara, un concittadino si accascia a terra, muore. Quasi nessuno, sul momento, comprende quello che sta realmente accadendo.

La gara prosegue e il clima che vive la città è più surreale del solito: la voce di chi gioisce e incita i maratoneti si alterna a voci mezze sussurrate sull'ambulanza che deve passare: «Sarà per sicurezza, niente di che...», «Magari qualcuno è svenuto...». Niente fa pensare alla tragedia che, nel frattempo, sta vivendo la famiglia Mutoli e gli amici di Vincenzo. Persino i compagni di gara non vengono avvertiti di quanto stia accadendo. Vincenzo spira in ambulanza: l'arrivo in ospedale non l'ha salvato dal suo inevitabile destino.

Poco prima dell'ora di pranzo, lo schiaffo alla città: si diffonde la notizia della sua morte. Le reazioni non tardano ad arrivare e sono delle più disparate: dagli amici che lasciano un commento su internet, alle polemiche sui soccorsi (secondo alcuni arrivati troppo tardi, perché ostacolati dalla maratona) e sull'evento in sè, che per molti non avrebbe dovuto continuare e che, per altri, è stato giusto far giungere al termine. Le discussioni, i messaggi, le reazioni politiche e popolari sulla tragedia a poco servono. Sembra quasi che ci si voglia giustificare, tutti, per una mancanza: di attenzione, di cortesia, di affetto.

Sarà che tutti vogliono discolparsi o sarà che quando il dolore è grande, il mondo si restringe. Pensiamo bene di noi, per una volta. Pensiamo che la città prosegue la sua corsa, continua e incontrollabile, ma anche se in maniera goffa, pensiamo che sembra volersi riunire al cordoglio per la perdita di una parte di sé.

Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI