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“Le città creative”: esperienze urbanistiche europee a confronto

  • 13 settembre 2005

Amsterdam, Barcellona, Berlino, Bilbao, Bordeaux, Dublino, Genova, Lione, Marsiglia, Newcastle, Rotterdam, Valencia. Dodici città europee. Altrettante esperienze di rigenerazione urbana che hanno come motore la cultura. Dodici città creative. Cioè che hanno basato il loro sviluppo e la loro riqualificazione urbana sulla cultura, sulla valorizzazione del proprio patrimonio e sull’identità culturale. In passato le città creative, caratterizzate dalla presenza di comunità di artisti e intellettuali, erano grandi centri come New York, Londra e Parigi. Ma negli ultimi anni, in seguito ad un processo di decentralizzazione della cultura, anche città di minor rilievo sono entrate a far parte di questo circuito grazie soprattutto alle scelte delle amministrazioni locali che ne hanno ricavato notevoli vantaggi economici. Perché la cultura è diventata un potente fattore di sviluppo economico, come dimostra l’ormai famosissimo Guggenheim dal quale è partito il risveglio di Bilbao. Le città presentate nella mostra "Le città creative" sono alcuni dei centri europei più vitali in fatto di valorizzazione del patrimonio culturale nell’ottica della riqualificazione. La mostra, frutto delle ricerche del professore di urbanistica Maurizio Carta e degli studenti del laboratorio di urbanistica, è visitabile presso la Galleria Expa fino al 25 settembre (in via Alloro 97, tutti i giorni tranne il lunedì ore 10-13, 16-24, ingresso libero) ed è organizzata in collaborazione con il Dipartimento Città e Territorio della Facoltà di Architettura di Palermo.
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Un fattore accomuna queste città fra loro tanto diverse, centri importanti ed estesi come Berlino o Barcellona ma anche centri minori come Bordeaux o Newcastle: l’acqua. Nelle tavole dense - forse un po’ troppo - foto, piani urbanistici, analisi economiche e sociali mettono in evidenza gli strumenti e le procedure messe in atto dalle amministrazioni per raggiungere la riqualificazione delle fasce costiere o fluviali. Una trasformazione dell’immagine e dell’economia legata alla creatività ma che si articola anche attorno ai temi di sostenibilità, ambiente, comunità e competitività. E Palermo, che ultimamente ha visto un rinnovato interesse verso il Fiume Oreto, il Foro Italico e la zona portuale, potrebbe - si spera - fare un giorno parte di questa rassegna. Una sezione speciale della mostra ospita la tesi di laurea del cantante-architetto Claudio Baglioni ed alcuni progetti di palchi per i suoi concerti disegnati da lui stesso. Un’associazione un po’ sorprendente.
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