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Palazzo Branciforte: Piero Grasso per "Liberi tutti"

Il Procuratore nazionale Antimafia Piero Grasso ha presentato a Palazzo Branciforte il suo nuovo libro "Liberi tutti", un grido di speranza per l'Italia

  • 24 novembre 2012

Liberi tutti” non è solo il titolo del nuovo libro di Piero Grasso (che tiene a precisare «l’ho scritto completamente da solo»). È anche, e soprattutto, il grido di libertà che, come nel suo gioco d’infanzia preferito, metteva fine alla “ricerca di chi si era nascosto” e liberava dalla tensione i partecipanti facendoli uscire allo scoperto, fuori dai loro nascondigli.

La presentazione del volume del Procuratore nazionale Antimafia, condotta da Francesco La Licata, giornalista de La Stampa edito da Sperling&Kupfer, venerdì 23 novembre a Palazzo Branciforte, è stata inserita nell’ambito delle iniziative connesse alla mostra "Non li avete uccisi: le loro idee cammineranno sulle nostre gambe. Falcone e Borsellino vent’anni dopo". Una mostra allestita dall’Ansa che si può visitare fino a giorno 25 .

“Liberi tutti”, è il grido di speranza non solo per la Sicilia, ma per tutta l’Italia. Il procuratore nazionale Antimafia, nel presentare il suo libro, non ripercorre soltanto la storia di un’organizzazione che «non è solo criminalità violenta, ma un’organizzazione con reti esterne che ne rappresentano la vera forza». Parla anche delle trame di un lavoro “simbolico” di punizione, segnato dalle stragi di Capaci e di via D’Amelio, che doveva terminare con il suo omicidio. «Dopo Falcone e Borsellino toccava a me - dice Grasso - per mettere ancora sotto pressione lo Stato e spingerlo a trattare, perché subito dopo le stragi occorreva dare un altro “colpettino”. In questo senso sono stato “oggetto” della trattativa. Fortunatamente ciò non avvenne».

Grasso continua ponendo particolare attenzione su temi di attualità che vanno dalla lentezza dei processi, passando per l’importanza del lavoro della magistratura e sulla legge anticorruzione approvata di recente in parlamento. «Nella crisi generale, la lentezza della giustizia incide sulla libertà del cittadino. - afferma - Servono riforme che rendano la giustizia celere e sicura piuttosto che eliminare gli strumenti utili ai magistrati, quali le intercettazioni e i collaboratori di giustizia».

Inoltre, il Procuratore tiene a precisare che «Il lavoro della magistratura non è sostituibile dalla Commissione Parlamentare Antimafia, dato che la politica non fa giustizia dei propri appartenenti anche dopo le indagini». Qualche parola viene spesa anche per la recente legge anticorruzione, ritenuta encomiabile dal punto di vista puramente ideale, ma criticabile dato che «per costruire la legge non sono stati interpellati tecnici. La politica va, ancora una volta, a mediare non a punire», afferma Grasso.

Inoltre, il Procuratore nazionale Antimafia auspica che l’informazione «torni alla sua natura investigativa, che possa essere d’aiuto alla magistratura e alle forze di polizia, proprio come faceva Mario Francese. Non bisogna dimenticare che queste tre forze sono i “cani da guardia” della democrazia».

Infine, un invito ai giovani che rappresenta il leitmotiv del suo libro: non bisogna temere la mafia, ma conoscerla, «perché avere consapevolezza di un fenomeno e conoscerlo rende già più liberi». Attraverso la cultura della legalità e un progetto democratico di sviluppo economico ci si può liberare dai soprusi e dalla violenza.


Nonostante le occupazioni studentesche degli ultimi giorni, sono presenti docenti e alunni. Nessuno ha dimenticato e ogni occasione è buona per tener vivo il ricordo di una ferita mai chiusa. Dopo vent’anni, Giovanni, Paolo e i ragazzi della scorta sono ancora qui. Con gambe più numerose e forti che mai. Gambe di giovani (e non solo) che oggi vogliono continuare ad urlare: liberi tutti.
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