TEATRO

HomeNewsCulturaTeatro

Quinte(s)senza teatro, in scena “Emilia”

  • 30 aprile 2007

Cinque serate dedicate a cinque arti diverse: la letteratura, la musica, la danza, il teatro e la videoarte. Questo il mood della quinta edizione di Quinte(s)senza, la rassegna curata da Giuseppe Cutino e Clara Gebbia in svolgimento presso Candelai dal 28 febbraio. Giunta quasi alla fine, la kermesse si prepara, con il suo quarto appuntamento, a celebrare il Teatro. È la volta infatti di una pièce dal forte sapore palermitano in prima assoluta, “Emilia” di Manlio Marinelli, prodotto da "TirNanOg", diretto da Domenico Bravo che oltre a curare gli elementi scenici sarà anche sul palco insieme ad Irene Scaturro. Lo spettacolo sarà rappresentato martedì 15 e mercoledì 16 maggio ai Candelai (via Candelai, 65). Il testo, vincitore del premio Fersen 2005, è il ritratto di una Sicilia arcaica ed immaginaria. Su questo sfondo si muove il personaggio cardine: Emilia, una donna vestita a lutto, bella, sensuale e desiderabile. Ma è proprio da un tentativo di seduzione che la protagonista si sottrarrà facendosi credere sposata. In realtà Emilia è sola, vittima di una passione amorosa che non le ha dato la felicità, murata nella sua follia, tra contraddizioni ed inconfessabili segreti.

Adv
L’azione scenica si svolge all’interno di un quadrato formato da quattro lunghe pertiche, unite tra loro da fili sui quali vengono costantemente stese delle stoffe bianche, e continuamente riavvolte a mantice, in un infinito ripetersi di gesti e situazioni. Questo spazio geometricamente regolare diviene così il luogo dove si scontreranno tutte le pulsioni irrazionali, dove giocheranno la loro partita la memoria e la coscienza. In uno scritto dell’autore, Mario Marinelli, si legge: « Il mio è un teatro di situazione e di lingua. […] Il teatro è un fatto poetico. Anche per questo, la lingua usata non può essere quotidiana, denotativa, una spoglia e sciatta lingua di parole incatenate ad un solo referente. Serve una lingua ridondante di messaggi estetici, ambigua, per come ambigua era quella di Mallarmé. Ma soprattutto una lingua per gli attori, che suoni bene nelle loro bocche, che sia uno strumento icastico, ricco di sonorità, ma nello stesso tempo terrigna, in cui le parole siano cose, in cui il rapporto tra Res e Signum sembri non conoscere la mediazione dell’arbitrarietà del segno linguistico, che essi possano usare in modo oltremodo espressivo. Parlo di una lingua teatrale, […] poetica ma funzionale alle necessità del teatro, alla platea che ascolta. » (Manlio Marinelli da "Un teatro di situazione e di lingua").

Il regista, Domenico Bravo, è nato a Palermo dove ha frequentato la scuola di recitazione del Teatro Stabile. Ha lavorato per il Teatro Libero di Palermo, prima di approdare al Piccolo Teatro di Milano. Al lavoro di attore, affianca anche quello di regista. Ultimamente lo abbiamo visto impegnato in “Assassinio nella cattedrale” per la regia di Pietro Carriglio. Irene Scuturro è nata a Palermo, dove frequenta la scuola di recitazione del Teatro Stabile. Ha vissuto per qualche anno a Londra, dove ha frequentato i seminari di dizione inglese (The City Literary Institute), trapezio volante (The Circus Space), improvvisazione (Theatre De Complicité), recitazione cinematografica (The City Literary Institute) e un laboratorio sul Metodo Stanislavsky (The City Literary Institute). Lo spettacolo “Emilia” inizierà, come tutti gli altri appuntamenti della rassegna Quinte(s)senza alle 21.30. Il costo dei biglietti è 5 euro. Maggiori informazioni al numero 333.7002942.

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI