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Rassegna tutta al femminile al Lubitsch

  • 15 maggio 2006

Libera espressione all’altra metà del cielo. Il cinema Lubitsch di Palermo (via Guido Rossa, 5), per par condicio, organizza una rassegna sul cinema fatto da donne. Dopo “Visioni Queer” è il momento de “Il cinema è donna. Immaginari al femminile”, che racchiude tredici opere di undici registe. Argomenti inusuali, visioni estreme, eccessive, provocazioni, a volte, fini a se stesse per ribellarsi a una società accusata di maschilismo e chiusura, per opporsi a meccanismi capitalistici e divoratori. Shock visivi e molta varietà. L’irriverente e fastidioso “Pornocrazia”, di Catherine Breillat, aprirà l’appuntamento di giovedì 18 maggio, a cui seguono due pellicole di un’artista, Germane Dulac, esponente di rilievo del surrealismo cinematografico francese.

Alle 22 “Le coquille et le clergyman”, ripudiato dallo stesso sceneggiatore, Antonine Artaud, che lo considerò poco aderente all’idea originaria di filmare con i meccanismi del sogno senza essere sogno, sconfessato dai surrealisti per aver stravolto la sceneggiatura. Alle 22.50 “La souriante Madame Beudet”, per cui ebbe un riconoscimento di grande talento. Il 25 maggio, verrà proiettato, alle 20.30, l’irritante film “Perversioni femminili” di Susan Streitfeld, che mostra la crisi d’identità, gli incubi sessuali - Freud ringrazia! - di Eve, la protagonista, che combatte fra sentimenti contrastanti: l’attaccamento all’amante John e l’attrazione verso Renee, con cui intraprende una storia. “Il trionfo della volontà”, alle 22.30, ci mostrerà il Processo di Norimberga con occhi diversi, quelli della cineasta portavoce del messaggio nazista, Leni Riefensthl. Evento sensazionale, il film di propaganda doveva sottolineare la potenza del regime, la superiorità del popolo tedesco. Un colossal al servizio di una follia.
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Giovedì 1 giugno alle 20.30, l'aggressivo, considerato osceno, “Baise moi”, diretto da Virginie Despentes e l’ex eroina del porno Coralie Trinh, un’apologia della complicità sotto il segno della violenza. Due ragazze costruiscono la loro storia d’amore, forti degli innumerevoli, e non proprio civili, punti in comune: ferocia, spietatezza e atrocità spingono le protagoniste a compiere gesti limite, provocazioni gratuite verso una società da cui si sentono estranee. La serata dell’1 giugno continua alle 22.30 con “Mangiata viva” di Claire Denis, film che riesce a far diventare la brutalità di un amore patologico, elemento indispensabile, evitando di scadere nell’autocompiacimento. Della stessa regista, giovedì 8 giugno alle 20.30, potremo vedere “L’intruso”, difficile messinscena delle necessità del protagonista di dare un senso alla propria vita. Forse è un film poco comprensibile, perché giocato sulla destrutturazione del racconto e della continuità temporale, ma riesce a essere un viaggio affascinante nel ricordo. Alle 22.30 “Bubble Galore”, di Cinthya Roberts, ci sconvolgerà con le immagini forti, trash, al limite col pornografico.

Ultimo appuntamento, il 15 giugno, alle 20.30, “Chutney Popcorn” di Nisha Ganatra. Una commedia, uscita nel 2000, sulle difficoltà, tuttora esistenti, di vivere l’amore lesbico a New York, la città in cui, si dice, che tutto sia possibile. Tutto sarà possibile, sì, ma forse in un altro senso, forse non positivo. Scendiamo di qualche meridiano e ci ritroviamo nel “Sud” di Chantal Ackerman, alle 22.30 la proiezione, in Texas, alle prese con l’imperante razzismo, una volta giustificato con la superiorità della razza, oggi motivato dai problemi economici - come se bastasse risolvere questi per eliminare il razzismo! - alle prese con la vita di una piccola comunità con i riti, le cerimonie, le manifestazioni di fede, all’ombra di ricordi di ingiustizie, che in quei luoghi vennero perpetrate. Per la rassegna il costo, come sempre contenuto, è di 20 euro per l’intero abbonamento, mentre il singolo biglietto è 6.50 euro l'intero e 4 euro il ridotto. Per avere una visione altra del fare cinema non ci resta allora che sederci in poltrona.

La rassegna è iniziata l’11 maggio con “Holy Smoke” di Jane Campion, che racconta la storia di una donna, Ruth Burron, in viaggio per l’India alla ricerca di una serenità impossibile nella realtà in cui vive. La controlla un uomo, Waters, assunto dalla famiglia preoccupata. I ruoli si ribaltano e Waters scoprirà quanto siano cinici e scontati i suoi valori e da segugio si trasformerà in un tenero innamorato. A concludere la prima serata, il film della senegalese Safi Faye, dal titolo “Mossane”: il film mette in risalto i corpi delle protagoniste, che diventano simbolo e strumento di una libertà lontana, da conquistare rendendosi indipendenti, per quanto si possa, da riti, tabù e tradizioni arcaiche.
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