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Ritmo e vitalità: la Bandabardò dalle piazze al "Best of"

  • 2 dicembre 2006

Forse nessuno l’avrebbe mai ipotizzato, ma il fenomeno Bandabardò, nato come un "all together" di felicità quasi restia al mercato discografico è giunto proprio quest’anno al suo "best of". Un traguardo, il loro, di certo poco pronosticato, ricordando a memoria questa "banda intelligente" nei primi anni novanta, girare in lungo e in largo per l’Italia come un carrozzone di provocatoria contentezza. E invece, qualche mese fa è uscito "Fuori Orario": doppio cd con quattro inediti, storiche tracce arrangiate per l’occasione e diverse versioni live, che potremo ascoltare venerdì 8 dicembre alle Officine Bier Garten di Palermo (viale Regione Siciliana 6469, prezzo unico 12 euro).

Sono trascorsi dunque dieci anni, dalla data di pubblicazione del loro primo e ad ancora oggi molto apprezzato "Il Circo Mangione": c’è chi ricorda la loro prima e forse unica apparizione televisiva, ospiti da Red Ronnie ad Help, c’è chi conosce e apprezza il loro percorso "indipendente" da qualsiasi pressione discografica; scelte che hanno permesso ai ragazzi toscani di mantenere intatto il loro manifesto musicale. Fatto sta che l’esordio ufficiale, in data 1996, parla chiaro: Premio Ciampi e riviste specializzate in visibilio per questo nuovo fenomeno. La loro musica affonda le radici nelle tradizioni folk, nella musica d’uso; attinge con preparazione dagli scenari irlandesi a quelli balcanici, passando da Cuba e la nostra "Scuola di Milano", quella di Jannacci, Dario Fo e compagnia "cantante".

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Giovani virgulti del cantare per strada, apprezzati anche in terra di Francia, i Nostri, come da manifesto, sposano in pieno la causa dei fricchettoni e la rivalutazione dei rapporti umani, di miscugli razziali e culturali. Apripista di un genere che potremmo definire "social folk" o "rock aggregativo" (la Siae li registrava come "concertini per piazza"), la Banda ha ispirato altri gruppi nati in coda a questo piacevole fenomeno: dagli scanzonati de "La famiglia Rossi" ai più seriosi "Casa del Vento", giusto per citarne un paio. I primi album firmati dalla "Bandao" sono piacevolmente condizionati da un’atmosfera molto chansonnier, visto anche il passato transalpino del cantante Enrico "Erriquez" Greppi.

Nel 2002, il successo dell’album "Bondo! Bondo!", porta la Bandabardò in giro per un tour europeo con indimenticabile tappa parigina a seguito. Negli anni, parallelamente alla loro attività discografica, numerose sono state le collaborazioni e le "incursioni" con altri artisti: dai Modena City Ramblers a Piero Pelù, da Max Gazzè a Paola Turci, con i quali hanno reso un graditissimo tributo a Rino Gaetano, a Crotone, nel 2002. Sempre insieme, da tredici anni, con un solo "cambio alla guardia", la line up è composta da Erriquez alla voce, Finaz alle tastiere, Donbachi al basso, Orla alla chitarra, Nuto alla batteria e Cantax alla preproduzione, ai quali si è aggiunto, nel 2003, lo straordinario percussionista (e all’uopo trombettista e vocalist) cubano Jose Ramon Caravallo, già apprezzato negli scorsi live di Daniele Silvestri.

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