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Silenzio, pensando "all'ultima ora dell'uom fatale"

Lei, Agnese Borsellino, chiusa nel muto dolore si allontana chiedendo ancora la verità. Lui, Giulio Andreotti, che ha giocato sempre a carte coperte, tacendo su ogni verità

  • 6 maggio 2013

Chè non c'è esigenza di mescolare voci e suoni. Ché occorre solo pensare, forse riflettere. Avere pietà, perché dove muoiono le domande, tacciono le risposte. E viceversa.

Ora loro sono davanti al Giudice Supremo, richiamati nello stesso giorno, a poche ore di distanza.

Lei, Agnese, che chiusa nel muto dolore si allontana chiedendo ancora la verità.
Lui, Andreotti, che ha giocato sempre a carte coperte, tacendo su ogni verità.

Restiamo muti, stupiti, attoniti - come nell'ode manzoniana - di fronte ad un evento che ci trascende. Mentre voci, voci, voci, parole, memorie si diffondono nell'etere.

Silenzio, per favore, miserère.

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