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"Sos Abusivismo": attivo uno sportello per denunciare

Nel capoluogo sono oltre 51 mila le particelle catastali in cui sono riscontrabili abusi edilizi. Stipulato accordo tra ProfessionistiLiberi e Comune di Palermo

  • 25 febbraio 2013

Combattere l'abusivismo edilizio, salvaguardare la bellezza del nostro paesaggio e l'incolumità dei concittadini, reprimere la costituzione di vessilli dell'illegalità. La Giunta comunale di Palermo ha deciso di sottoscrivere un protocollo d'intesa, "Sos Abusivismo", con l'associazione "Professionisti Liberi" (info@professionistiliberi.org / 333.9787396) per tenere sotto controllo il fenomemo tramite due strumenti fondamentali: la denuncia in forma anonima da parte dei cittadini e la costituzione di un osservatorio ed una task force per vigilare sul territorio.

Stando ai dati comunicati dall'amministrazione locale, sono oltre 51 mila le particelle catastali, solamente a Palermo, in cui sono riscontrabili abusi edilizi. Oltre il 10% di tutti i casi di abusivismo, a livello nazionale, si trovano in Sicilia. Da questi avvilenti dati è nata l'idea di costituire una partnership fra l'associazione ed il comune. «Il progetto approderebbe in Sicilia dopo la sperimentazione fatta, con buoni risultati, a Napoli - spiega l'architetto Emanuele Nicosia, presidente di ProfessionistiLiberi - Pubblicheremo a breve una scheda sul nostro sito da presentare per segnalare un abuso».

«Successivamente monitoreremo i suggerimenti dei cittadini e inoltreremo il tutto all'amministrazione locale. Questo progetto non può prescindere dalla collaborazione della società civile. È necessario l'impegno di tutti - conclude Nicosia - per scongiurare il riproporsi di casi come quello di via Bagolino. A tal proposito, dopo che furono alzati ben due piani, dubito che nessuno abbia visto in tempo cosa stava succedendo».

Insomma, il cittadino potrebbe collaborare e sopperire alla farraginosa burocrazia della macchina amministrativa. Ma come ridare una funzione a certi scempi urbanistici? Si può ipotizzare di abbattere certi edifici? «Nel caso in cui le abitazioni fossero abitate, la polizia municipale dovrebbe procedere con gli sgombri - spiega l'assessore Agata Bazzi - Allo stesso tempo, però, non possiamo mandare tutta questa gente per strada, né tantomeno si può pensare di farle accogliere nelle strutture alberghiere vuotando le casse pubbliche. Si può risolvere con opere pubbliche, con il social housing oppure, qualora possibile, abbattendo le strutture».

«Fra le varie scartoffie degli uffici comunali, ci sono oltre 48 mila pratiche di condono edilizio. Gli strumenti per controllare il territorio ci sono - continua Nicosia - Ciò che è mancato, fino ad ora, è la volontà politica di perseguire una percorso virtuoso. Riguardo tale questione, basti pensare che sul tema delle sanatorie ci si rifà alla legge n.47/1985 e che negli anni passati si è esagerato con i condoni. Tale controllo si può fare tramite i satelliti, o seguendo il mercato delle materie prime. Al riguardo Legambiente ha pubblicato il dossier "Cemento spa". La verità è che si dovrebbe educare la cittadinanza ad agire nell'interesse collettivo».

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