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The Commitments, lo spettacolo-concerto

  • 17 ottobre 2005

"Il soul è democratico, Jimmy. Basta il coperchio di un bidone per suonare. È la musica della gente". Così si rivolge il trombettista Joey "The Lips" Fagan al protagonista Jimmy Rabitte nelle prime battute del romanzo di Roddy Doyle. E solo per una notte Palermo si vestirà con gli abiti di Barrytown, la periferia povera a Nord di Dublino che fu scenario di un vero e proprio cult di fine anni ’80 - primi anni ’90. The Commitments è un libro, un film, un tour itinerante che da anni espone cartelli di "tutto esaurito" ad ogni apparizione. A Palermo arriverà lo show, quello che ha dato vita alla versione cinematografica del best seller di Doyle, protagonista la musica, nel suo aspetto forse più coinvolgente, il soul, di scena lunedì 24 ottobre al teatro Golden di Palermo (via Terrasanta 60, posto numerato euro 18 + diritti, prevendita presso Box Office di Ricordi Mediastore e Ellepi Dischi), grazie a un’idea promossa e voluta dall’agenzia Terza Riva. Un concerto, sicuramente non un "musical", a scanso di equivoci, perché il termine fa un po’ "Andrew Lloyd Webber" e a Jimmy, Derek e compagnia non piacerebbe.
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Clamoroso successo editoriale datato 1988, il romanzo d’esordio di Roddy Doyle narra di un gruppo di ragazzi che, cresciuti tra i sapori agrodolci della strada, decidono di trovare un mezzo musicale che possa rappresentare il disagio, la rabbia, ma soprattutto la voglia di trasmettere i propri stati d’animo al pubblico. Indizi che portano inevitabilmente alla "musica dell’anima" per eccellenza: la soul music. L’opera letteraria di Doyle diventa l’estensione naturale di un "movimento" musicale già portato avanti da artisti come gli U2, che nel 1987 incisero brani dal chiaro riferimento soul ("Angel of Harlem" e "I Still haven’t found what I’m looking for") e Sinead O’ Connor, che nel 1990 si fa scrivere la splendida "Nothing compares 2 U" da un soulman metropolitano all’epoca rispondente al nome di Prince. Anche i big della "new wave" irlandese, dunque, sembrano aver sposato questo progetto musicale ed è proprio all’alba degli anni novanta che quel libro ormai divenuto best seller, decide di animarsi grazie all’opera del regista Alan Parker, il quale, aiutato alla sceneggiatura dallo stesso Doyle, ne realizza la versione cinematografica. E il prodotto finale non delude di certo. Fedele trasposizione del romanzo, "The Commitments" è l’ennesimo riuscito tentativo di Alan Parker di trasportare la musica nel cinema (ne aveva già dato prova con "Fame - Saranno Famosi" e "The Wall").

Steven Clifford, Derek Scully, Billy Mooney e soci vengono interpretati, tra gli altri, da Michael Averne, Kenneth McCluskey e Dick Massey. La colonna sonora originale, tra le più gradite di sempre, è un autentico omaggio all’ispirazione soul (e non poteva essere diversamente). Canzoni che hanno tracciato un’epoca, condite da omaggi più o meno velati ai grandi del genere: Wilson Pickett, Otis Redding, Aretha Franklin e tutta la "Motown" in generale, con doverosi ossequi ("Mustang Sally" e "Chain of fools", tra le altre), alternati a brani originali, scritti ad hoc per l’occasione ed entrate anch’esse di diritto tra le evergreen di sorta e applauditissime durante l’esibizione del live show. A Palermo arriveranno Kenneth McCluskey (Derek Scully) alla chitarra e Dick "Billy Mooney" Massey alla batteria, protagonisti dell’opera di Alan Parker, accompagnati da Joe "The Moose" Walsh, alla voce, Karen Coleman e Claire Malone ai cori, Daniel Rooney alle tastiere, Darren Hanley al basso, Serge Staila al sax tenore e Danny Healy alla tromba.
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