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"Ti sono detto: 'Suona!'": leggere letture estive

  • 12 giugno 2006

Un piccolo microcosmo di risate, quello proposto da Ninni Arcuri, che per la giovane Sigma Edizioni di Palermo ha pubblicato un semi-notebook (pagg. 71 - euro 5) dal titolo "Ti sono detto: “Suona”! …che qui sono tutti kilers …". Un titolo che è programma. Un programma da gustare rapidamente sotto gli ombrelloni dell’estate imminente; stagione piuttosto propensa alla valorizzazione della cosiddette letture d’evasione. Oltre trent’anni di carriera musicale, che l’autore-musicista (tra le sue collaborazioni quella con il cantante Ivan Graziani) passa al vaglio di una lente particolarissima, tra gustose gag e freddure, una per tutte la "Ouverture" d’inizio, con quel tal fatterello, in una sala ricevimenti molto kitch di Isola delle Femmine (a pochi chilometri dal capoluogo siciliano), che ha offerto il titolo più appropriato al contenuto del libro.

Il contesto a muovere la logica del testo è, infatti, quella del bestiario classico, che l’autore s’affretta a ribattezzare “cazzettario”. Perché come precisa Arcuri nella sua introduzione: «Non sono un genio della cazzata, ma ciò che contiene questo volume … gli strafalcioni e le cazzate bestiali riportate in sequenza, sono stati scritti, letti e detti da impresari di spettacolo, gestori di locali, artisti, musicisti, presentatori, fans, amici e gente comune … che involontariamente mi hanno aiutato nella stesura di questa collection di amenità». E poi abbiamo anche le altre penne, quelle degli amici.

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Daniele Billitteri, giornalista, che nel risvolto alla seconda di copertina, con un piccolo cammeo tratteggia una gustosa cronaca di quell’universo parallelo fatto di feste di piazza, feste private e concorsi canori; dove la Musica, voce dell’anima, scende a patti con l’ambiente e… «le stelle non sono mai di prima grandezza ma, a modo loro, brillano egualmente di una luce intensa e godono di un trascinante “successo locale”». Salvatore Rizzo, giornalista, che nella prefazione mette in evidenza il folklore della lingua, quella che fa costume e tendenza; com’egli scrive: «c’è un sottobosco linguistico che, pur contravvenendo alle regole del buon parlare, è tanto ricco quanto un bosco stesso. Anzi, probabilmente più ricco di quello. Un sottobosco, quello della musica popolare, a cui Ninni Arcuri attinge… raccogliendo il fior fiore».

Mimmo Tubiolo, che nella postfazione scrive dell’associazione d’istinto fatta, dopo la lettura di Arcuri, fra un libro, Il Riso di Henri Bergson, e un sogno – liberamente ispirato alla prefazione di Beniamino Placido all’edizione italiana di quello stesso libro. Il riso come buon viatico, con un cane di guardia dei nostri costumi. Selezionato quale libro da divulgare a bordo del Treno della Valle dei Templi, grazie alla collaborazione tra l’edizione Sigma e la Libreria Macaione di Palermo, presentato nello splendido contesto del giardino della Kolymbetra, in collaborazione con Treno Doc, Liebe Travel e Ferrovie dello Stato, questo testo, con il suo formato tascabile, si candida ad essere un valido compagno per un paio d’ore di rilassante divertimento.

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