ATTUALITÀ

HomeNewsAttualità

Un concorso per la “Per la bellezza autentica”

  • 18 luglio 2005

Un milione di donne per un milione di bellezze, la rivoluzionaria iniziativa promossa da una nota casa multinazionale di prodotti per la cura del corpo, lancia un concorso fotografico rivolto alle donne “reali”, invitandole a spedire un loro ritratto con l'intento di creare la prima “mappa” del fascino femminile italiano, al di fuori di clichè e modelli forzati. Nessuna proclamazione di reginette o copertine glamour in palio, dunque, né escluse o vincitrici, ma qualcosa di più consistente: il piacere di cambiare le spietate regole della moda e dei mass media.

Una delle prove psicologiche più ardue che costellano la nostra esistenza è il “rito della fototessera”. E non è certo un caso che proprio sulle “infernali” macchinette automatiche sia sponsorizzato l’innovativo progetto, bastano quelle quattro pose fisse delle a metterci in crisi, a rifiutare la nostra immagine, parola chiave della società contemporanea, ossessionata dall’apparire, dal mito devastante ed irraggiungibile della perfezione, in cui il difetto non è perdonato. Non facciamo altro che gettare via le foto imperfette e scadenti, così come milioni di donne nel mondo rinnegano il proprio riflesso nello specchio. Col semplice invio di una foto e relativa liberatoria (scaricabile dal sito www.perlabellezzaautentica.it) all’indirizzo: “Un milione di donne per un milione di bellezze” Casella Postale 10500 - 20111 MILANO si compie un impegno civico, tutti gli scatti pervenuti entro l’agosto 2005 contribuiranno a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema, con la pubblicazione su giornali, riviste, siti web e una mostra-evento finale.

Adv
La campagna di comunicazione, organizzata a livello internazionale è stata ispirata da una ricerca commissionata all’Istituto di Ricerche “StrategyOne” di New York, in collaborazione con la Harvard University e la London School of Economics, per indagare la relazione che le donne hanno con la bellezza e l’influenza che esercita sul loro benessere psichico. Dal sondaggio, che ha coinvolto dieci Paesi (dagli Stati Uniti al Giappone, dal Brasile all’Italia) è scaturito il rapporto mondiale “Tutta la verità sulla bellezza”, che ha rivelato sconcertanti risultati: solo il 2% delle donne intervistate si definisce “belle”, il 68% si sente “inadeguata” ed il 75% vorrebbe che si proponessero donne vere con forme, età e colori diversi. Messaggio che l’azienda ideatrice dell'iniziativa ha concretizzato nella provocatoria campagna, che, in netta controtendenza, propone esempi estetici più realistici e “democratici”, svincolati dai clichè di fisici asciuttissimi, pelle di pesca e lineamenti scolpiti, contrapponendo loro sei protagoniste "anticonvenzionali", con capelli grigi, rughe, maxi-efelidi, seno piatto, chili di troppo; donne normali, in cui è facile identificarsi, irresistibili nelle loro imperfezioni, che non promuovono l’ennesimo cosmetico miracoloso ma una sana rivendicazione, il piacere per quello che si è, per la propria unicità.

Per contrastare questa discriminazione e il linguaggio brutale che marchia i difetti fisici, la campagna globale ha realizzato una serie di azioni rivolte alle rappresentanti del gentil sesso per promuovere la piena accettazione di sé, infrangendo il legame vizioso aspetto fisico-piacevolezza. Tra gli strumenti utilizzati per il nobile fine, oltre l’istituzione del portale interattivo con informazioni, forum e sondaggi, il “Tour dell'autostima”, che vedrà un van percorrere tutta la penisola in 9 tappe, raccogliendo interviste, ritratti fotografici, "pillole di autostima" di donne di ogni età. Per ogni foto o firma, la suddetta casa di prodotti per la cura del corpo devolverà una cifra al “Fondo per l'Autostima”, impegnato a sostenere l'attività dell'Associazione Minotauro diretta dal professore Pietropolli Charmet, che condurrà un programma di prevenzione dei disturbi alimentari nelle scuole e tra le generazioni più giovani, per aiutarli a superare lo stress del confronto quotidiano con gli esasperati ed “esasperanti” ideali contemporanei. Una bassa considerazione di sé causa infatti un distacco dalla vita normale e uno spreco di potenziali, fino al manifestarsi di anoressia e bulimia, le malattie sociali della realtà consumistica di cui soffrono oggi circa 3 milioni di italiane, ossessionate dalle inappetenti top model e dalla sindrome da miss, veline e tutte le varie “ine” e che imperano in tv. Immagini femminili molto lontane dalla realtà, che più che far sognare provocano incubi perenni.

L’iniziativa "anti top model", al di là delle illazioni di mera trovata propagandistica, ha scombussolato il mercato pubblicitario registrando un entusiasmante successo di pubblico e di stampa, lavando via qualche luogo comune e rafforzando il saggio detto che “non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace”. In barba a frustrazioni e circoli depressivi, le anticonformiste modelle sorridono dei loro “difetti” dalle cabine fotografiche nazionali e dai manifesti e spot televisivi di mezzo mondo. Invitano ad accettarci così come siamo, non con la scure ma con sensato ottimismo, puntando sulle proprie qualità esclusive. Per scegliere, se essere perfette o essere felici.

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI