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Un punto prezioso per il nuovo Palermo

Venticinquesima giornata, 2 febbraio 2004, Piacenza- Palermo 2-2

  • 3 febbraio 2004

Dopo la tempesta è arrivata la quiete; sarà anche un’affermazione banale ma è proprio quello che si sta puntualmente verificando in queste ore nell’ambiente rosanero. Lunedì 2 febbraio, infatti, il “nuovo” Palermo guidato da Guidolin ha esordito sul difficile campo del Piacenza: si è giocato il posticipo relativo alla venticinquesima giornata del campionato cadetto e il pareggio conquistato da Toni e compagni ha restituito, a società e tifosi, quella calma e quella fiducia che, in seguito agli ultimi convulsi eventi erano state pesantemente offuscate. Dopo l’esonero di Baldini e l’immediato arrivo di Guidolin, la partita di Piacenza aveva assunto per tutti un significato che andava al di là del risultato da ottenere: si doveva dimostrare che la squadra c’è, che è capace di reagire e che è ancora in piena corsa per il raggiungimento dell’unico obiettivo prefissato. E, nonostante le tante assenze dovute ad infortuni e squalifiche (Corini, Zauli, Grosso, Atzori…), il Palermo ieri ha fatto capire che è, e sarà, la squadra da battere.

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Soddisfazione e ottimismo, dunque, i sentimenti che, in queste ore, hanno pervaso gli animi dei tifosi…con un po’ di rammarico per non essere riusciti a portare a casa una vittoria che, probabilmente, avremmo meritato e che, a pochissimi minuti dal triplice fischio finale, sembrava conquistata. Che il Palermo fosse sceso in campo con la grinta giusta si era capito sin dalle prime battute di gioco; dopo soli 3 minuti, infatti, il brasiliano Jeda fa tremare la traversa della porta piacentina con un bel tiro di prima intenzione scoccato dal limite dell’area. Il match prosegue e la formazione rosanero da la sensazione di tenere le redini del gioco; il sostanziale equilibrio, però, viene spezzato sul finire dei primi 45 minuti, quando il solito gol dell’ex, Lucenti, porta in vantaggio la squadra di casa risvegliando lo spettro  di un’altra pesante sconfitta in trasferta. Ma il Palermo esce dagli spogliatoi convinto di poter ancora raddrizzare le sorti dell’incontre e, infatti, al 4° minuto della ripresa, Daniele Di Donato confeziona un perfetto assist in profondità per Luca Toni che non si lascia sfuggire l’occasione e trafigge Orlandoni con un destro preciso e potente.

L’incontro si accende; non c’è un attimo di tregua e i giocatori in campo lottano e corrono; al 39° Jeda conquista un calcio di punizione a circa 25 metri dal bersaglio: Nastase carica sul suo destro tutta la potenza di cui dispone e il pallone si insacca alle spalle del portiere. Nel settore riservato ai 1200 supporters rosanero si scatena la festa; ma si devono giocare ancora 6 minuti più il recupero e, purtroppo, al 44° i 3 punti svaniscono: l’arbitro Paparesta assegna un calcio di punizione al Piacenza e, contemporaneamente, espelle A. Filippini per proteste; Patrascu si incarica di battere il calcio piazzato e mette al centro dell’area rosanero un pallone che arriva sulla testa di Beghetto…quest’ultimo stacca più in alto di tutti (commettendo, forse, fallo su Nastase) e mette dentro il pallone del definitivo 2-2. Si poteva vincere, dunque, ma questo punto conquistato significa davvero tanto: il Palermo rimane terzo in classifica, si porta a +5 dal sesto posto e restituisce l’entusiasmo in città. L’incubo è finito…si ricomincia a sognare.

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