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Perdersi tra misteri, cripte e cimiteri: i tour di Palermo per gli amanti del brivido

Tra cripte scoperte durante i lavori di manutenzione e cimiteri monumentali: tra le passeggiate de "Le Vie Dei Tesori" una selezione per scoprire la Palermo "in giallo"

  • 3 ottobre 2019

Cripte scoperte per caso durante lavori, cimiteri storici che raccontano storie e vite straordinarie, atmosfere sacrali e cunicoli nelle catacombe: esiste una Palermo non troppo sotterranea tutta da scoprire per gli amanti del mistero e del macabro.

La storia di un antico e crudele delitto d'onore risposa nella cripta della famiglia Lanza, in via Squarcialupo, in cui è seppellito il corpo della giovane Laura, meglio conosciuta con il titolo nobiliare di Baronessa di Carini.

"Chistu è me patri chi mi veni a 'mmazza. Signuri patri, chi vinisti a fari? Signora figghia, vi vegnu a 'mmazzari" (Questo è mio padre che mi viene a uccidere, signore, padre, che siete venuto a fare? Signora figlia, vi vengo a uccidere") cantavano i versi della ballata popolare cantata da Otello Profazio sull'amaro caso della sua scomparsa.

La cripta, della quale non si conosceva l’esistenza, è stata ritrovata per caso, vent’anni fa, durante i lavori di manutenzione straordinaria dei sotterranei della chiesa di San Mamiliano in cui emerse una magnifica Pietà di marmo quattrocentesca di Giorgio da Milano e un sarcofago anonimo con la scultura di una giovane donna (se vuoi, leggi l'articolo di approfondimento di Giusi Lombardo).
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L'oscuro percorso nei sotterranei delle chiese del centro storico continua con quella che viene definita la tomba delle ex prostitute diventate monache. È la cripta delle repentite di via Divisi in cui si cela l'intrigante storia delle ex prostitute che venivano mantenute dalle cortigiane ancora in servizio attraverso un’imposta pagata al Senato palermitano, una sorta di porno-tax ante litteram.

Il tributo era dovuto per legge per poter indossare pubblicamente vestiti sfarzosi come le "donne oneste". Scoperte nel 2005 durante i lavori di ristrutturazione dell'antistante sede dipartimentale dell'Università degli studi di Palermo, quella delle repentite racconta una storia di anime in cerca di espiazione già sulla vita terrena. È inoltre possibile una visita teatralizzata della cripta.

Tra i monumenti che l'architetto Ernesto Basile realizzò per la città di Palermo forse in pochi sanno che si devono proprio a lui la maggior parte dei monumenti commemorativi ai caduti della Prima Guerra Mondiale: tra questi il Sacrario dedicato alle vittime della Grande Guerra annesso alla chiesa di Santa Rosalia, di fronte al Giardino Inglese in via Marchese Ugo.

I lavori iniziarono nel 1924 e furono completati nel 1933. Dalla chiesa (che non si visita) si scende nella cripta per visitare il Sacrario e le tombe dei militari caduti tra il 1915 e il 1918 in varie parti d’Italia.

E ancora, la cripta di San Matteo di via Vittorio Emanuele che oltre ad essere adornata dagli stucchi di Giacomo Serpotta ne contiene le sue reliquie per volontà dello stesso scultore, dal 1732. Ma il luogo è altresì fonte di suggstione perchè secondo la tradizione popolare e letteraria era qui che si incontravano segretamente gli incappucciati, i Beati Paoli.

Tra le esperienze mistiche da vivere a Palermo non potevano mancare le catacombe di Porta D'ossuna e quelle del complesso della biblioteca comunale di Casa Professa in cui si trova un luogo di sepoltura con cappelle, nicchie e tombe ancora visibili.

Un aneddoto su questi luoghi racconta che nel XVI secolo il sacrestano profanò alcune bare con lo scopo di appropriarsi di denaro e oggetti preziosi ma non avendo trovato niente, escogitò di dipingere un’immagine della Madonna per attirare i fedeli. Questi accorsero e donarono cospicue elemosine che lui rubò. Successe poi l’imprevedibile: la Madonna cominciò a lacrimare e il luogo divenne un importante centro di devozione.

Luci ed ombre della città si uniscono infine in un iter sacro all'interno dei monumentali cimiteri in cui tra tombe gentilizie e sculture marmoree sono seppelliti i corpi di personaggi illustri e di uomini che hanno reso giustizia a Palermo nella storia recente come Paolo Borsellino la cui tomba si trova all'interno del cimitero di Santa Maria di Gesù.

Nel complesso del convento di Santa Maria di Gesù, situato sul colle della salita Belvedere che ammira la città dall'alto è altresì custodito il santo nero raffigurato nel murales di Ballarò: San Benedetto il Moro, co-patrono della città.

Abbandonato per cinquant’anni è visitabile anche il Cimitero degli inglesi di via Simone Gulì. Viene costruito a seguito dell’epidemia del 1628: il viceré Francesco Ferdinando de La Cueva ordina la costruzione di un lazzaretto per la quarantena, ma è troppo vicino alla città.

Passano cento anni, si erigono le mura di cinta e viene emanato il bando che obbliga a seppellire i morti soltanto nei cimiteri pubblici: il lazzaretto diventa cimitero acattolico, degli eterodossi. Negli anni Venti il proconsole inglese Giacomo Rose ne affida la gestione ai Withaker,

nel 1950 le ultime due eredi, Audrey ed Euphrosyne, lo cedono al Comune. Oltre a protestanti, ortodossi, ebrei e atei, qui riposano membri dei Whitaker, degli Ahrens, Christian Caflisch e dei Noto La Diega.

Queste e tante altre passeggiate (che puoi scoprire a questo link) sono organizzate nell'ambito del festival "Le vie dei Tesori" che apre le porte di monumenti, palazzi e spazi di grande interesse a Palermo per tutti i fine settimana di ottobre: scopri di più sull'edizione 2019.
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