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Un (magico) castagneto sulle "Alpi di Sicilia": per trovare il fresco c'è il bosco di Gimmeti

Un itinerario breve e facile da percorrere nel fresco delle Madonie. Qui il paesaggio è dominato da monte Ferro e agli occhi più attenti non sfugge la vista delle Eolie

  • 22 agosto 2021

Bosco di Gimmeti (foto di Mathia Coco)

Il parco delle Madonie offre una miriade di opportunità per gli amanti della natura. Specie in questo periodo, caratterizzato dalle temperature proibitive sicule, coloro che non cercano ristoro al mare e sulle bellissime coste dell’Isola, provano a rifugiarsi sulle montagne.

Sono diversi i luoghi, infatti, che sulle “Alpi di Sicilia” rappresentano - per intrinseche peculiarità dovute ad altitudine, habitat, posizione e vegetazione – freschi avamposti in grado di ammansire la canicola estiva.

Uno di questi è il castagneto di Gimmeti, situato a un’altitudine all’incirca di 1.350 metri sul livello del mare e poco lontano dal ben più conosciuto piano Farina. Qui il paesaggio è dominato da monte Ferro e agli occhi più attenti non sfugge la vista delle isole Eolie.

Un luogo magico facilmente raggiungibile dalla Strada Provinciale 54 che collega Petralia Sottana a Piano Battaglia.

Se decidete di intraprendere questa bella escursione, potreste pensare di parcheggiare l’auto nel grande e visibile parcheggio sterrato adiacente a piano Farina (vedi coordinate GPS).
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Proprio da Piano Farina parte una trazzera che in pochi passi giunge fino al bosco di Gimmeti, camminando quasi “a zig zag” e lambendo il vallone San Nicola, con un piccolo dislivello, potremo raggiungere questo meraviglioso avamposto della Natura.

Il breve itinerario che parte da piano Farina è adatto a tutti ed è lungo approssimativamente tre chilometri e mezzo. Il camminatore smaliziato – approfittando della trasferta alla ricerca della frescura in questo momento dell’anno, potrebbe compiere una sorta di sopralluogo, immaginando di tornare da queste parti in autunno, quando gli alberi sono carichi di deliziose castagne e il sottobosco custodisce alcune pregiate specie fungine.

Il percorso è costellato da innumerevoli esemplari di querce secolari. Man mano che si procede l’itinerario è prima pianeggiante, poi scende di poco di livello e infine evolve leggermente in alto fino allo splendido castagneto di Gimmeti, meta della nostra escursione.

Per inciso, agli escursionisti non sfuggirà che ci troviamo in prossimità del ben più noto “Sentiero Case la Pazza - Piano Pomo”.

Oltre ai famosi agrifogli giganti di Piano Pomo anche qui si concentrano un buon numero di esemplari di Ilex aquifolium dalle imponenti dimensioni che formano un popolamento così denso che la luce del sole penetra solo con sparuti raggi.

Mentre altrove l'agrifoglio forma cespugli o piccoli alberi sottomessi alla mole dei faggi o dei roveri, qui forma un popolamento misto ad altre specie arboree, con individui che possono raggiungere altezze superiori ai sei/sette metri, protagonisti assoluti del territorio.

«Una peculiarità della zona è la fitta presenza di nebbia in alcuni momenti dell’anno» ci racconta Andrea Milazzo, guida naturalistica FederEscursionismo Sicilia che ogni anno a partire a ottobre conduce gruppi di famiglie con bambini a scoprire questo affascinante lembo del Parco delle Madonie «cosa che rende magico e misterioso un luogo già molto interessante per le sue le intrinseche caratteristiche botaniche e paesaggistiche».

Se si sceglie di esplorare in maniera più completa il territorio circostante, potreste pernottare in zona al rifugio Marini, dal quale è possibile raggiungere a piedi Piano Battaglia; qui - per la facile orografia del percorso e portando con se l’attrezzatura adeguata e una lampadina frontale - è possibile intraprendere delle escursioni notturne e ammirare il cielo stellato (i più fortunati avranno la possibilità di sentire e magari anche vedere i rapaci notturni che popolano questa zona).

Una deliziosa trasferta in quest’area delle Madonie consente agli escursionisti di conoscere infatti la storia, la geologia, la flora e la fauna di quello che negli anni Ottanta rappresentò un storico luogo di villeggiatura invernale.
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