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Caos Gesip, dal primo settembre stop agli stipendi

Senza i cinque milioni di euro promessi dal Governo nazionale, i 1.800 lavoratori della Gesip non riceveranno più stipendi a partire da sabato 1 settembre.

  • 23 agosto 2012

La bomba Gesip è pronta ad esplodere. Senza i cinque milioni di euro promessi dal Governo Monti i 1.800 lavoratori della Gesip non riceveranno più stipendi a partire da sabato 1 settembre. Da Roma non è mai arrivata la seconda tranche dei 10 milioni assicurati a maggio all’ex commissario straordinario Luisa Latella in cambio della liquidazione, entro il 31 dicembre, della società. Per giugno e luglio ci ha pensato Palazzo delle Aquile ad anticipare i fondi, ma adesso nelle disastrate casse comunali non c’è più un euro.

Prova a smorzare le paure il sindaco Leoluca Orlando, che annuncia di avere avuto «un colloquio telefonico con il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, sulla situazione della Gesip». «Il ministro - aggiunge il sindaco - mi ha informato del fatto che la questione, insieme ad altre situazioni analoghe relative ad altri territori, sarà discussa entro la settimana dal consiglio dei ministri».

La preoccupazione tra i lavoratori aumenta. Un sit-in dei lavoratori è previsto, giovedì 23 agosto, proprio davanti al Palazzo delle Aquile, durante la seduta del consiglio comunale. Orlando si schiera apertamente dalla parte dei dipendenti Gesip: «Se l’intervento di sostegno non c'è - sottolinea il sindaco - 1.800 persone rimarranno disoccupate. Io mi metto dalla loro parte e non da quella del governo insensibile». I sindacati sono però pronti a far sentire la propria voce, anche al di fuori di Palermo: «Qualora gli interventi del governo centrale non dovessero soddisfare pienamente le nostre aspettative, ovvero salvaguardia totale dei livelli occupazionali e delle retribuzioni, a Roma sentiranno forte la nostra protesta - dice il segretario generale di A.Si.A., Salvo Barone - Non permetteremo a nessuno di effettuare un solo licenziamento». Secondo Barone «svolgere nuovi compiti per la collettività è la dimostrazione reale che è possibile una razionalizzazione sia delle risorse umane che di quelle economiche: si può aumentare quantitativamente e qualitativamente i servizi mantenendo inalterato il costo complessivo della gestione».

Per Mimma Calabrò, segretario generale Fisascat Cisl, «la misura è colma. Cambiano gli attori politici, ma permane una situazione di grande incertezza. I lavoratori Gesip non possono più andare avanti così. Ogni giorni assistiamo alla pubblicazione di notizie che minano la serenità di 1800 famiglie. Per ultimo apprendiamo che se non arriveranno risposte dal governo nazionale entro alcune ore dal primo settembre gli operai resteranno a casa. È arrivato il momento di dire la verità, ma quella vera, su Gesip». Mentre Loris Bompasso della Uiltucs afferma: «Siamo stanchi di questa agonia che ormai va avanti da anni».

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