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Riserve naturali: il patrimonio è a rischio per una legge

Le riserve naturali siciliane gestite dalle associazioni ambientaliste sono a rischio chiusura per via di una legge finanziaria che prevede la riduzione del 55% dei fondi

  • 21 marzo 2016

Una molteplicità di riserve e aree protette rende la Sicilia un territorio ricco di polmoni verdi, montagne e acque cristalline: sono circa 77 le aree che, intatte, mantengono la naturalità originale che l'uomo nel tempo non ha per niente modificato.

Giunge voce che le riserve naturali siciliane gestite dalle associazioni ambientaliste potrebbero essere a rischio chiusura. Lancia l'allarme Mimma Calabrò, segretario regionale Fisascat Cisl della Sicilia.

In particolare, le associazioni ambientaliste come Legambiente, Wwf, Cai, Lipu, Italia nostra, Gree, Rangers Italia e il Cutgana dell'Università di Catania gestiscono in Sicilia ben 27 riserve tra cui Lampedusa, le saline di Trapani e Priolo.

Anche in queste riserve, come nel resto della regione, l'incontro tra mare, colline e montagne attira e stupisce numerosi i visitatori: come poter restare in silenzio dinanzi a chiusure paventate che potrebbero mettere ulteriormente a rischio il patrimonio naturalistico siciliano?

La tutela della flora e della fauna sono punti cruciali, volti a mantenere il benessere dell'isola e del paesaggio: i luoghi, con le loro caratteristiche, diventano spunto per attività didattiche e di sperimentazione.

La gestione di queste riserve, in generale, è affidata a enti pubblici o associazioni ambientaliste e sono proprio le riserve gestite dalle associazioni ad essere a rischio.

Una volta confermata l'attuale previsione di legge finanziaria che disciplina la riduzione di oltre il 55% per la gestione e il trattamento del personale delle riserve, la Sicilia andrebbe verso una perdita grave e immotivata.

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