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Cultura visuale, tre giorni di incontri con esperti internazionali

  • 24 settembre 2006

«La cultura visuale (visual culture) è un’area di ricerca molto sviluppata all’estero ma poco conosciuta in Italia. Ci sono solo due master universitari, uno a Palermo e l’altro a Bari». Per una loro maggiore diffusione il professor Michele Cometa, docente di Letterature comparate della facoltà di Scienze della formazione di Palermo e direttore del dipartimento Arti e comunicazioni (ARCO), ha organizzato un convegno internazionale di tre giorni, dal 28 al 30 settembre, a Palermo, al Jolly Hotel al Foro italico.

«"Cultura Visuale in Italia - prospettive per la Comparatistica Letteraria" è una ricerca nazionale condotta da tre unità, le Università di Palermo, Bologna e L’Aquila. È il primo convegno di questo tipo in Italia, che intende ricollegare la letteratura alla scienza delle comunicazioni, indurre riflessioni sulla società e indagare problemi di tipo antropologico. Inoltre si auspica di poter formare nuove figure professionali in questo campo».

«L’idea di fondo – spiega il professore Cometa – è che letterati e comparatisti studino insieme il ruolo dei dispostivi ottici e dei media, dai più semplici ai più complessi, all’interno della letteratura. I temi di base sono due: la presenza degli strumenti ottici nella letteratura e, soprattutto, come le modificazioni di questi strumenti hanno influito sull’evoluzione della letteratura».

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C’è il tentativo di tenere insieme tre aspetti: lo studio dell’immagine di qualunque tipo (storica, artistica, sociale… dalla pubblicità all’arte); la storia dei media; e le questioni antropologiche inerenti lo sguardo e la percezione in generale. «Si vogliono mettere insieme l’esperienza degli studi di cultura visuale e la letteratura, per dimostrare come i letterati possano e debbano dialogare con le scienze della comunicazione».

Saranno prese in esame tre grandi fasi dell’intreccio tra letteratura e cultura visuale: la fase pre-fotografica, ovvero i mutamenti indotti in letteratura dai primi strumenti ottici (dalla camera oscura al caleidoscopio, fino all’invenzione della fotografia); la fase fotografica vera e propria e i legami con la letteratura (con particolare riguardo ai naturalisti francesi, molti dei quali erano anche fotografi); la fase post-fotografica e cinematografica, ovvero come il mezzo cinema ha indotto modificazioni nella letteratura. I risultati delle ricerche saranno pubblicati in tre volumi.

Si offriranno le ultime prospettive dello studio delle immagini, contando anche sulla presenza di cinque grandi studiosi stranieri. L’apertura del convegno, il 28 settembre alle 16, sarà affidata agli interventi dei due massimi esponenti degli studi di cultura visuale: Hans Belting del IFK di Vienna, che parlerà di cosa significa produrre immagini per il corpo; e W.J.T. Mitchell dell’Università di Chicago, che interverrà su realismo e immagini digitali, interrogandosi su cosa accade quando un’immagine diventa manipolabile all’infinito. Tra gli ospiti anche il regista Antonio Capuano e il fotografo Giovanni Chiaramonte.

Già 120 studiosi italiani si sono iscritti al convegno. Obiettivo finale, oltre alla pubblicazione delle ricerche delle tre sezioni, è la traduzione in italiano degli studi di cultura visuale diffusi all’estero ma poco in Italia. «Intendiamo rendere tutto questo facilmente fruibile attraverso Internet, con la pubblicazione degli atti e risultati del convegno sul sito www.culturalstudies.it, ove già sono rinvenibili altre ricerche in questo campo», conclude Cometa.

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