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Fabio Treves, trent’anni di blues ai Candelai

  • 1 novembre 2004

Secondo appuntamento per la rassegna “MusicAlea” e secondo omaggio al blues nella sua forma più pura e genuina: quella della Treves Blues Band, che suonerà ai Candelai di Palermo (via Candelai 65) giovedì 4 novembre alle 22.30 (ingresso 7 euro, 5 per i soci dei Candelai). Il progetto musicale della Treves Blues Band (la formazione attuale è composta da Fabio Treves, armonica e voce; Ale Kid Gariazzo, chitarra; Tino Cappelletti, basso; Massimo Serra, batteria) nasce esattamente trent’anni fa e negli anni, grazie all’esperienza, alla passione e all’amore per il genere è stato considerato un punto di riferimento imprescindibile per il Blues Made in Italy. Leader del gruppo è il baffuto Fabio Treves: l’uomo armonica, carismatica presenza e fulcro di un genere musicale preso in prestito dall’America nera e piantato nella Milano “progressive” dei primi anni settanta con immediati consensi.

Proprio da lì parte il “Blues all’italiana”, sospinto da Treves, dalla band, da artisti black come Cooper Terry, che scelgono la città lombarda per esprimere la loro musica. Musica che ha portato Treves a duettare nel 1988 con Frank Zappa, in una “session” fortemente voluta da entrambi, la quale ha permesso alla band d'esibirsi al Vigorelli di Milano, nel lontano 1979, come supporter di Peter Tosh e che ha concesso a Treves e ai suoi di pubblicare dodici tra album solisti e d’insieme (senza contare le infinite collaborazioni in ambito pop, televisivo e radiofonico). L’ultima fatica discografica è “Bluesfriends”, un contenitore “sacro” di genere, permeato da autorevoli ospiti come Chuck Lavel (tastierista di Clapton), John Popper, Linda Gail Lewis (sorella di Jerry Lee Lewis, quello di “Great Balls of Fire”) più un inedito e commovente omaggio a Mike Bloomfield, eccelso chitarrista qui riproposto in una registrazione del 1980, accompagnato dall’armonica di Treves. Album migliore, per celebrare la trentennale carriera, non poteva essere realizzato. Carriera che non ha scalfito, ad oggi, la gioia di presentarsi al pubblico e dare sfogo all’universo emotivo nascosto in pochi giri di note: niente fronzoli, niente suoni artefatti, niente riverberi ammicanti: this is Blues. Treves Blues.

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