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Francesco Lojacono: Palermo celebra il ladro del sole

  • 10 ottobre 2005

Così fu definito dai suoi contemporanei il più grande pittore siciliano dell'ottocento, Francesco Lojacono: il ladro del sole. Non ci si rende conto di quanto questa espressione sia appropriata fino a quando non ci si ritrova di fronte ad uno dei suoi quadri. Tutti coloro che, come me, per raggiungere la città, percorrono quel tratto della Palermo-Agrigento che si chiama discesa di Portella di mare, non possono che rimanere stupiti e incantati dalla vista del golfo di Palermo. Sono ormai circa 27 anni che percorro quella strada e non mi è mai apparso lo stesso panorama. Ancora più emozionante e suggestivo se, salendo da Ciaculli, si arriva fino a Gibilrossa, piuttosto che a Santa Maria di Gesù. Quello che Goethe definì “il promontorio più bello del mondo”, Monte Pellegrino, si tinge di violetto, di rosa, di tutte le tonalità di grigio, a seconda delle condizioni atmosferiche, e riflette la sua immagine, come un gigantesco Narciso su uno specchio d’acqua. Chissà come appariva questo spettacolo della natura prima che la violenza edilizia ne deturpasse l’armonia. Della bellezza vergine ormai perduta ci parla Lojacono, nella grande antologica visitabile a Palermo, fino all’8 gennaio (dal martedì alla domenica, ore 9.30/19.30) nella nuova sede della Civica Galleria d’Arte Moderna “Empedocle Restivo” (piazza Sant’Anna), con le sue vedute di Palermo, ariose, fedeli, e della poesia di quel paesaggio tanto caro ai vedutisti dell’Ottocento. E’ il sole il protagonista della pittura del Lojacono. Il sole che irradia la sua luce sul mare, sulle montagne, sulle scogliere, sulle strade afose e polverose di un luglio qualunque dell’ottocento in Sicilia. E la luce dei suoi quadri è così abbagliante da indurre quasi a ripararsi gli occhi con le mani, allo stesso modo dei contadini del monumentale Il ritorno del coscritto, che in occasione della mostra ha abbandonato le sale del Quirinale per giungere a Palermo. Un repertorio vastissimo dove il paesaggio è un pretesto per l’indagine e la sperimentazione di un nuovo modo di vedere, che spinge la narrazione pittorica verso accenti di realismo estremi.

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Negli ultimi anni della sua produzione l’artista si allontana dal crudo verismo delle scogliere, per approdare a quello che è stato definito un “sentimento panico della natura”, verso una dimensione intimistica, dove la luce abbagliante cede il passo ad un sole autunnale, e dove gli anfratti o i grovigli paludosi prendono il posto delle ampie ed ariose vedute. All’interno della mostra è presente un’area didattica di approfondimento. Nella sezione Sguardi, attraverso postazioni multimediali, si accede ai contenuti della mostra con un particolare sguardo sull’epoca di Lojacono. L’Area Bambini invece è uno spazio dedicato interamente all’infanzia: i bambini fino ai 10 anni potranno conoscere il pittore attraverso un laboratorio ludico-ricreativo, con l’obiettivo di avvicinarli all’arte. Un tributo ad un grande artista che la città riconosce come uno dei maggiori esponenti dell’arte figurativa dell’Ottocento a livello internazionale. Inaugurata alla presenza del Ministro Rocco Buttiglione, la grande esposizione (più di cento opere) vanta dei curatori d’eccezione: Gioacchino Barbera, Luisa Martorelli, Fernando Mazzocca, Marina Miraglia, Carlo Sisi, Antonella Purpura. Con essa si inaugura inoltre la nuova sede della Civica Galleria d’Arte Moderna “Empedocle Restivo”, che, dopo quasi cento anni, abbandonerà il ridotto del teatro Politeama, per trasferirsi, nel 2006, negli spazi dell’ex Convento di Sant’Anna. Il complesso monumentale, quasi 5000 mq, recentemente restaurato, sarà il più grande polo museale cittadino. Per prenotazioni e informazioni rivolgersi a Campodivolo, telefono 091.6090308. Info sulla mostra su www.francescolojacono.it

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