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Generazione OKI: altro che choosy, masochisti

Questa è la generazione dell’OKI, quella che si droga di Novalgina, Aulin e antidolorifici: anestetizzano con le medicine il dramma della disoccupazione

  • 30 ottobre 2012

Stamattina ho trovato sul comodino un foglio accartocciato. Era la poesia che aveva scritto mesi fa la mia ex coinquilina, una che si pagava affitto e università a Roma con i suoi bei soldini. Ogni tanto rischiava di morire di fame e per questo meditava sulla possibilità di fare marchette a Termini. Di sera lavorava come cameriera in un ristorante, uno di quei posti in cui non possono fare a meno di te ma ti pagano poco e ti sfruttano troppo. Trovi le sale sempre affollate di gente di un certo calibro come Cristian De Sica, Tonio Cartonio, Paola Cortellesi, Rex il cane (giuro!), Martina Stella. Insomma, è frequentato da personaggi famosi e quindi non puoi fare errori.

Per laurearsi in Editoria e Giornalismo, qualche mese fa, ha scoperto che aveva necessariamente bisogno di fare uno stage non retribuito in una delle aziende convenzionate con la facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza. Durante questi tirocini, ti insegnano tante cose come rispondere al telefono, usare la macchina fotocopiatrice e scrivere e-mail, insomma cose che sapevi fare anche quando eri piccola. E sapete dove lo fa questo tirocinio? In un centro scommesse. Non scherzo, giuro che è la verità. Quest’ultimo lavoro ovviamente lo fa gratuitamente, un po’ perché noi precari abbiamo sviluppato questa passione per il masochismo e un po’ perché non ci lasciano altra scelta.

Dicevo che, stamattina, mi è capitata tra le mani questo foglio in cui c’era scritta una poesia ispirata, per così dire, dal maestro Ungaretti con il quale, noi precari, ci troviamo spesso d’accordo, a nostro agio, in perfetta sintonia. La poesia recitava così: Si sta come a Natale sugli alberi di Natale gli addobbi di Natale. "Ungaretti a Natale" sembrava una cosa da ridere eppure, quando io e i miei ex coinquilini ci siamo messi a ridere mentre la leggeva, lei è rimasta seria e ci ha rimproverati. Ha detto: "non c’è proprio niente da ridere".

Il vero trauma dei bamboccioni choosy della nostra età è che si sentono inutili perché nessuno ha bisogno di loro. Una ragazza che ha la passione per la scrittura, invece di iniziare a lavorare per il giornale del suo paese o della sua città e ricevere una paga a fine mese, va a lavorare come cassiera in un autogrill. L'unica cosa che la soddisfa è scrivere i suoi versi sulle mattonelle del cesso di quell’autogrill, dove peraltro la sua collega della stessa età - che 'da grande' voleva insegnare - fa le pulizie giornalmente, cancellando quei versi a colpi di Chanteclair.

Questa è la generazione dell’OKI, quella che si droga di Novalgina, Aulin e antidolorifici in generale. Ne abbiamo le tasche piene dei dolori, noi. Tutti perduti nel dramma delle medicine, degli psicofarmaci, della disoccupazione.

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