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Guido Politi, un viaggio di sentimenti

Con “Bora” il cantautore palermitano ci trasporta in un viaggio di sentimenti, tra passioni, solitudine e nostalgia

  • 7 giugno 2007

«“Non smettere mai di comporre altrimenti invecchi”, questo il consiglio del mio amico Fabrizio De Andrè che io ho sempre tenuto a mente». Così si racconta il cantautore palermitano Guido Politi parlandoci di “Bora”, il suo nuovo disco uscito di recente per l’etichetta discografica palermitana Music Eyes, che racchiude al suo interno tante, tantissime storie affini a chi ascolta o per empatia di sentimenti o perché nei testi, molto spesso si ritrovano pezzi della nostra storia, magari quelle pagine dimenticate ma comunque scritte nel nostro passato. Voce calda di cantastorie alla maniera di Guccini o dello stesso De Andrè, attraverso il suo cantare mantiene intatta e immutata l’attenzione di chi ascolta. Un’avventura discografica, che giunge dopo “Fili di rafia” album auto prodotto nel 2002, dove veniva ripercorsa la storia della Sicilia dai primi dell’Ottocento fino alle stragi di mafia del ’92, attraverso personaggi come Emanuele Notarbartolo, Joe Petrosino o Salvatore Giuliano. Così il Guido Politi ci trasporta in un viaggio tra sentimenti, passioni, solitudine e nostalgia dove si mescolano l’amore smisurato per i luoghi della nostra isola e per l’universo quanto mai vasto di personaggi che la popolano. Ma non solo i sapori e i ritmi etnici riescono a trovare posto nei dodici brani della sua composizione, l’artista sceglie di uscire dai confini della sua terra mai rimanendone vincolato. Così come accade per “Bora” il brano che dà il titolo del nuovo cd, dove si raccontano dei fatti collocati ai tempi della seconda guerra mondiale dove viene raccontata la missione eroica di un contrabbandiere che con la sua barca portava in salvo i perseguitati rinchiusi dal regime nazifascista nella risiera di San Sabba a Trieste.
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Politi non dimentica mai la sua terra quando ci racconta in “La sustanza” la vicenda di un bambino sorpreso a rubare per fame. Ma ecco che il richiamo all’attulità si fa di nuovo sentire nel brano “Bombe intelligenti” in cui forte giunge il grido di un no totale ed incondizionato alla guerra, terribile arma contro innocenti, come quelli uccisi da “bombe intelligenti” in Afghanistan, durante i festeggiamenti di un matrimonio. Sempre legata al tema del conflitto e della convivenza è la canzone “Per capire”, un dialogo tra due padri uno palestinese e l’altro israeliano che si trovano costretti a spiegare i motivi dell’odio e di una guerra mai risolta. Ma c’è anche l’amore per il mare e le barche che emerge in “Elisa”, non solo nome di donna ma anche il nome della nave dell’usticense Vincenzo di Bartolo che partito da Palermo nel ’38 alla volta di Boston, proseguì per Sumatra portando la sua nave ad essere la prima imbarcazione siciliana a stabilire la rotta per le Indie Orientali. Nessuna parola è lasciata al caso in questo cd ed è come se Politi si sedesse accanto al suo interlocutore, raccontandogli la sua storia. La musica rende la magia perfetta. Ad arrangiare in acustico questo progetto musicale insieme a Guido Politi hanno lavorato il sassofonista Orazio Maugeri, la fisarmonica e le controvoci della figlia Matilde, il contrabbasso di Gabrio Bevilacqua, il sax di Gabriele Politi e le percussioni di Fabrizio Francoforte e “Paquito” Bordonaro. Il prossimo progetto? Chiediamo a Politi: «Un disco sui miti siciliani».

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