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L'altra faccia della musica a stelle e strisce

  • 27 novembre 2006

C’è un’altra faccia dell’America musicale: quella, ad esempio, che non trasforma ogni produzione artistica in un megaspot per la Pepsi. E’ un volto in chiaroscuro, che sussurra rabbioso le nevrosi di provincia, usando temi musicali come il country, l’elettronica curata, un riguardo ossequioso per le liriche e una forte dose di rabbia stars and stripes. E’ l’America di Seattle, delle etichette indipendenti, e anche quella di New Jersey e dei Two Dollar Guitar, in concerto martedì 5 dicembre ai Candelai di Palermo (via candelai 65): il biglietto per assistere al concerto ha un prezzo di 10 euro più prevendita, reperibile al Box Office di Ricordi Mediastore.

La band nasce quasi quindici anni fa dalle intenzioni di Tim Foljahn, chitarrista che nei fondamentali anni novanta ha attraversato tutti gli scenari indie del Paese e Steve Shelley, storico batterista dei Sonic Youth. L’incontro tra i due artisti tiene a battesimo un fortunato periodo di sperimentazioni aperte, votate al culto della "nuova onda" che la musica mondiale stava attraversando negli anni del grunge e del rock indipendente. Proprio nella "off" di Manhattan i due consolidano il loro sodalizio e incitano ad una carriera, poi rivelatasi vincente, la nuova regina del folk americano Cat Power, con la quale incideranno una demo per l’etichetta italiana Runt.
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A quattro anni dall’incontro, nel 1996, i Two Dollar Guitar approdano alla discografia ufficiale, con l’etichetta Smells Like Records (di cui è proprietario lo stesso Shelley), dando alle stampe il loro album d’esordio: "Let me Bring you down", che racchiude, sin dal brano d’apertura "The Well Song", i tratti stilistici di un cantautorato in lingua inglese da sempre considerato "outsider" (da Neil Young a Nick Cave e Tim Buckley) mischiato alle tenebrose elucubrazioni subconscie di Tim Foljahn. Il risultato è apprezzabile ma anche spinoso, eccessivamente istintivo e con un forte richiamo alle "liriche esplicite" come in "Pussy Rides Dick" che ricorda e non poco l’evoluzione della "cantautrice sessuale" Liz Phair.

Quest’anno, a dieci primavere dalla prima pubblicazione è arrivato il quinto e imperdibile capitolo: "The Wear and Tear of Fear: A Lover’s Discourse". L’album vede il mitico Fred Smith dei Television al missaggio e Tim Foljahn protagonista indiscusso di questa nuova pubblicazione. Ci si perde volentieri tra chitarre languide, melanconiche acustiche affidate all’introspettivo violoncello e ai testi in perfetto stile "paranoia anni novanta"; il tutto cadenzato da momenti esclusivamente strumentali, dove riecheggia l’eco della "no wave" di Brian Eno. Il liveset, voluto e presentato dalla B.Esseconcerti di Bizio Rizzo e Associazione Musiche, può essere tranquillamente annoverato tra gli eventi della stagione in corso: un vero "colpaccio" che poterà a Palermo una tra le realtà indie più prestigiose. Il liveset sarà introdotto da un mini concerto acustico di Chris Brokaw, eclettico chitarrista già Come e Codeine ormai entrato, di fatto, tra le ombre magnetiche dei Two Dollar Guitar.

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