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Palermo, canile municipale in piena emergenza

Il canile municipale di Palermo è al collasso. Il Presidio Sanitario di via Tiro a Segno ha deciso di non accogliere più nuovi animali, salvo rare eccezioni

  • 9 luglio 2012

Il canile municipale di Palermo è al collasso. Il Presidio Sanitario di via Tiro a Segno ed il suo plesso distaccato, detto “ex mattatoio”, di viale dei Picciotti ha deciso di non accogliere più nuovi animali, salvo rare eccezioni.

Intanto la struttura è stata visitata dall’assessore Giuseppe Barbera, il quale, insieme al suo staff, ha svolto prima un sopralluogo ed in seguito ha incontrato la responsabile del Comune presso la struttura, la Polizia Cinofila, i veterinari dell’Asp e alcuni volontari.

Daniela Brunetto, responsabile dell’OIPA Palermo, commenta la vicenda: «Il Comune ci ha vietato di prendere altri cani, fatta eccezione per i cuccioli, ma nell’arco degli ultimi tre giorni abbiamo accolto 40 cuccioli, la situazione è di piena emergenza». «Il Comune potrebbe risolvere il problema - continua la Brunetto – stipulando una convenzione con i rifugi privati, solo che in questi anni il Comune non li ha mai aiutati economicamente e molti di questi sono anch’essi al collasso». «Abbiamo al momento 440 cani, siamo 12 volontari e lavoriamo in una condizione tremenda - conclude la responsabile OIPA -, i volontari ricevono un rimorso spese di 25 euro al giorno ma lavorano anche al di fuori dell’orario di lavoro perché l’emergenza sembra senza fine».

Giuseppe Cannizzaro, direttore del centro veterinario Città di Palermo, spiega: «La situazione è drammatica e tutti i veterinari della Provincia di Palermo ne sono consapevoli. Bisogna ridurre il randagismo autorizzando e rendendo legali i canili privati. Esistono rifugi gestiti da privati che non rispettano le norme di sicurezza ma non vengono chiusi per timore che questi cani possano circolare liberamente in città. È una cosa tutta all'italiana». «Al Nord esistono delle strutture convenzionate dove i cani vengono accuditi, curati e in questo modo non soltanto possono venire adottati, ma si dà la possibilità da una parte di svolgere una funzione sociale e dall'altra di creare posti di lavoro» - conclude Cannizzaro.

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